Mensa universitaria «Perché occupiamo»

 Sulle vetrate è stato appeso uno striscione con scritto «Diritto allo studio per tutti». Ma è solo uno degli aspetti che il collettivo #refresh_lab vuole portare all'attenzione pubblica dopo l'occupazione iniziata ieri mattina. Ieri, erano circa 25 i ragazzi che hanno forzato la porta della mensa di via 24 maggio, inutilizzata dallo scorso anno. Per la maggior parte sono universitari, ma non mancano studenti delle superiori, ricercatori e precari. Giuseppe Fin li ha intervistatiI tuoi commenti

di Stefano Piffer

TRENTO - Sulle vetrate è stato appeso uno striscione con scritto «Diritto allo studio per tutti». Ma è solo uno degli aspetti che il collettivo #refresh_lab vuole portare all'attenzione pubblica dopo l'occupazione iniziata ieri mattina. Ieri, erano circa 25 i ragazzi che hanno forzato la porta della mensa di via 24 maggio, inutilizzata dallo scorso anno. Per la maggior parte sono universitari, ma non mancano studenti delle superiori, ricercatori e precari. Uno dei portavoce è un giovanissimo,  Mario Pozzan , 19 anni, studente universitario di Giurisprudenza, originario di Venezia: «Noi abbiamo scelto di riappropriarci di uno spazio che era già nostro fondamentalmente, perché era dell'Opera Universitaria. È una ex mensa abbandonata da diversi mesi per ragioni che nessuno sa».
Dicono che in realtà fosse sottoutilizzata.
«Ma come è possibile, dal momento che tutte le altre mense sono affollatissime e sono a poche centinaia di metri da questa? Lo ripeto, ci siamo ripresi uno spazio che era già nostro per trasformarlo in una aula studio autogestita e uno spazio di coworking sociale».
Vale a dire?
«Vogliamo aprire questo spazio a più attori possibili. Sicuramente il ragionamento di partenza è che mancano realmente spazi per studiare per gli studenti. È già venuto fuori qualche giorno fa il problema che di domenica è aperto solamente il Cial per chi ha bisogno di un'aula studio. Daremo un servizio che l'Opera non riesce a garantire sebbene non manchino gli spazi materiali. In secondo luogo, affronteremo questioni anche di carattere sociale, non necessariamente legate al mondo universitario, come il problema della casa. Nonostante esistano delle graduatorie e molte abitazioni di proprietà dell'Itea siano vuote, molte famiglie disagiate si trovano a dover gestire concretamente il problema di come pagare un affitto».
Fino a quando proseguirà l'occupazione?
«Vogliamo stare qui dentro per dare questo servizio fino a quando non verranno dei referenti dell'Opera per dirci: avete ragione, adesso faremo in modo di ripristinare la mensa, oppure trasformeremo questi spazi in un'aula studio. Fino ad allora saremo restii ad andarcene».
La mensa è senza riscaldamento, sarà un'occupazione non facile.
«Non sarà facile rimanere dentro ma non  è questo il problema maggiore. I veri problemi sono il fatto che gli studenti non hanno spazi per studiare e ci sono famiglie povere che non vengono aiutate. Oltre al fatto che in Trentino le politiche della governance locale, seguendo i diktat della Troika europea e alla Bce, stanno determinando tagli sempre più evidenti a trasporti, borse di studio e spazi culturali».
Prossime attività?
«Domani sera (questa sera, ndr), alle 19 sarà organizzata un'assemblea pubblica proprio qui in mensa a cui è invitata tutta la cittadinanza, soprattutto gli universitari. Poi da venerdì inizieremo con le attività».
Temete denunce?
«Siamo pronti ad assumerci tutte le responsabilità delle nostre azioni».

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