Malaria, volontario trentino ricoverato e grave in Kenya

di Andrea Bergamo

Un cinquantenne della Rotaliana è ricoverato in gravi condizioni in un ospedale del Kenya, dopo aver contratto la malaria mentre stava operando come volontario in una missione in Congo. L’uomo era partito a inizio gennaio con altre tre persone alla volta di Nduye, villaggio a circa 60 chilometri da Mambasa, nell’ambito di un progetto promosso dal Gruppo missionario di Nave San Rocco.


Era il primo viaggio dell’uomo in Africa come volontario. Negli scorsi giorni si è presentata la febbre, alla quale è seguito un forte malessere. Come riferisce padre Silvano Ruaro, che con grandissimo impegno e dedizione guida la missione, i sintomi erano stati scambiati per quelli di una semplice influenza. Quando le condizioni dell’uomo si sono aggravate, è stato organizzato il trasferimento in un ospedale specializzato. L’uomo - accompagnato da un amico - è stato trasportato a bordo dell’elicottero delle Nazioni Unite fino al confine con l’Uganda, per poi essere trasferito fino a Nairobi, in Kenya, dove è stato ricoverato.


Ieri l’uomo avrebbe dovuto fare rientro in Italia, ma all’aeroporto di Malpensa sono atterrati solo i compagni. Impossibile per lui imbarcarsi, a causa delle gravi condizioni in cui versa. Del cinquantenne si stanno prendendo cura i sanitari del posto, tra i quali ci sarebbe anche un medico italiano. Accanto all’uomo si trovano ora anche la moglie e la sorella, che lo hanno raggiunto in Africa, mentre in Rotaliana tanti amici stanno pregando perché possa tornare presto a casa. «È una vicenda che abbiamo portato avanti non senza difficoltà. Ci siamo sentiti un po’ soli» commenta padre Ruaro, originario di Vicenza, che da 48 anni opera nella missione e sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione.


«In tanti in questi giorni si sono uniti a noi nella fede. Le persone che si sono mobilitate hanno organizzato gruppi di preghiera non solo in Rotaliana, ma anche in altre località del Trentino ed a Medjugorie» riferisce al telefono una familiare, che aggiunge: «Lo attendiamo presto a casa».


Nel villaggio congolese di Nduye, i volontari trentini si sono distinti per la loro operosità, oltre che per la generosità che caratterizza queste persone dal cuore grande e dedica le proprie ferie per sostenere gli ultimi. Tra le altre opere realizzate, una scuola/cappella in pietra e legno a Biasa, distante una decina di chilometri.


L’uomo si è sentito male negli scorsi giorni: inizialmente si è presentata la febbre e il mal di testa, ma il malessere si è fatto poi più importante. Gli accertamenti medici hanno portato a stabilire che aveva contratto la malaria, malattia infettiva causata da un protozoo, un microrganismo parassita del genere Plasmodium che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles. I sintomi compaiono solitamente tra i 10 ed i 15 giorni dopo la puntura. A Nairobi i sanitari si stanno prendendo cura dell’uomo ricoverato in un centro specializzato.

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