Trento, una notte di lavoro per ripulire tutta la città

Dopo i giorni della pacifica invasione delle penne nere, Trento ha ritrovato lentamente la normalità ieri, con la riapertura di tutte le strade in prossimità del centro storico, la pulizia e lo sgombero di attrezzature e infrastrutture allestite appositamente per la festa.

Mentre la smobilitazione dei gruppi e delle sezioni di alpini è iniziata nella giornata di domenica, quando era ancora in corso la grande sfilata, la pulizia degli angoli utilizzati per gli attendamenti, la rimozione dei servizi igienici mobili disseminati per tutto il capoluogo e la disinfezione di alcune delle strade più affollate dei giorni passati (nonché dei pertugi meno in vista) ha preso il via nella primissima mattina di ieri, con intere squadre della protezione civile, del servizio comunale e di Dolomiti Ambiente impegnate nello sforzo comune di liberare ogni spazio ancora occupato, smontando tende e rimuovendo le barriere di sicurezza ancora presenti. Contestualmente, gli ultimi camper ed i mezzi impiegati per il trasporto di materiali da campo ancora presenti nei piazzali di alcune scuole sono partiti in largo anticipo rispetto al suono della prima campanella, permettendo così agli studenti di trovare le strutture in perfetto stato.

La sistemazione del centro storico è avvenuta in gran parte nel corso della notte, così da consentire ai cittadini ed ai tanti pendolari che gravitano su Trento di recarsi al lavoro senza cambiare di troppo le proprie abitudini, con la rimozione delle immondizie - in alcuni casi delle vere e proprie montagne di sacchetti di indifferenziata accatastati nei punti di raccolta - e l’uscita delle autobotti per la pulizia delle strade. Nel corso di tutta la mattina, poi, era possibile vedere ancora gli operatori ecologici alle prese con la disinfezione degli angoli stradali, armati delle lance con l’acqua ad alta pressione. Buona parte dei rifiuti, invece, era stata già rimossa, al pari dei cassonetti dislocati in città la scorsa settimana al posto dei normali cestini urbani, riattivati mediante la rimozione delle cerate verdi che li ricoprivano nei giorni di festa.

Nei principali parchi della città, dove erano collocate alcune attrazioni delle manifestazione oppure i punti medici avanzati (Pma), erano invece all’opera squadre di alpini, in armi e non, per la rimozione delle attrezzature in esposizione oppure necessarie per il pronto intervento sanitario. «I macchinari medici più sofisticati - ha spiegato Angelo Mariani, coordinatore nazionale della sanità dell’Ana, nonché referente per il raggruppamento del Triveneto - sono stati smontati e issati sui camion nella tarda sera di domenica, mentre tutte le attrezzature mediche, considerata anche l’alto numero di accessi al Pma registrato l’ultimo giorno di adunata, le abbiamo imballate questa mattina (ieri per chi legge, ndr), al pari dei brande, tende e moduli componibili per i pavimenti da campo».

Le tensostrutture principali, collocate in diversi punti della città, sono stati invece rimosse dalle squadre della protezione civile degli alpini, rimaste in città proprio per svolgere il lavoro più impegnativo, con macchinari appositi e carrelli elevatori meccanici. A metà giornata, invece, è iniziata lo smantellamento delle alte tribune collocate in piazza Dante. Concluse anche le pulizie nelle palestre che oggi torneranno a disposizione degli alunni delle scuole.

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