Evade dai domiciliari: «L'ho fatto per cercare un lavoro»

La prima volta è stato per amore, la seconda per cercare lavoro

di Marica Viganò

La prima volta è stato per amore, la seconda per cercare lavoro. Motivi senza dubbio condivisibili, se il giovane che ha addotto tali scuse non si trovasse agli arresti domiciliari. L’ennesima evasione del protagonista, un ventenne che vive a Trento nord, risale a mercoledì scorso. Il giovane sta scontando la pena nella sua abitazione grazie al braccialetto elettronico, dispositivo che segnala in tempo reale l’allontanamento di chi lo indossa dal perimetro di casa.

Due giorni fa è scattato l’allarme e quando la pattuglia si è presentata sotto casa per un controllo il giovane non c’era. L’assenza da casa sarebbe durata quasi 10 ore, dalle 8.40 del mattino alle 18 del pomeriggio. Con il braccialetto elettronico è difficile passarla liscia: quando il ventenne è rientrato nella sua abitazione, c’erano i carabinieri ad aspettarlo. Con l’accusa di evasione il giovane è comparso ieri davanti al giudice: il processo è stato rinviato il 4 luglio e l’imputato rispedito a casa, sempre agli arresti domiciliari.

Si è scusato per l’accaduto, dicendo che era uscito di casa perché voleva trovare un lavoro. Difficile capire che tipo di impegno stesse cercando, dato che dovrà aspettare il termine della pena per uscire nuovamente di casa.

Il giovane era stato arrestato per evasione anche lo scorso febbraio, pochi giorni prima di San Valentino, quando decise di raggiungere a piedi la sua amata, che abita a qualche chilometro di distanza. Anche in quel caso il braccialetto elettronico aveva segnalato immediatamente alle centrali operative delle forze dell’ordine l’allontanamento improvviso. All’arrivo della pattuglia, la madre del giovane aveva ammesso di essere sola in casa e poi chiamato il figlio invitandolo a tornare. Il ragazzo si era precipitato nell’abitazione. Una brutta giornata per lui: dopo essere stato respinto dall’amata, era stato costretto a passare la notte in una camera di sicurezza della caserma di via Barbacovi prima di comparire davanti al giudice. La bravata di febbraio gli costò un aumento dei giorni da trascorrere ai domiciliari. Mercoledì scorso una nuova evasione, che peserà ancora sul conteggio della pena.

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