Un guasto ai freni la causa del mortale in galleria a Martignano

Un improvviso guasto ai freni posteriori del semirimorchio. È per questo che, nel primo pomeriggio di martedì, Oscar Amadei, il camionista 52enne di Barghe, in provincia di Brescia, è sceso dal camion mentre stava percorrendo la galleria di Martignano in direzione di Pergine.
Pochi istanti dopo, l'uomo ha perso la vita, venendo schiacciato dalle ruote del mezzo pesante, rimessosi in movimento in retromarcia a causa della pendenza del tunnel.
Sono gli ispettori dell'Uopsal, l'unità operativa per la sicurezza negli ambienti di lavoro, a curare in queste ore assieme alle forze dell'ordine gli accertamenti per fare luce su quanto accaduto l'altro ieri pomeriggio. Resta ora da chiarire che cosa abbia fatto sì che il mezzo si sia rimesso in movimento dopo che Amadei era sceso in strada. 

I tecnici della prevenzione dell'Uopsal, tramite Fenalt, hanno espresso profondo cordoglio dopo l'incidente mortale, ma si sentono anche di proporre due importanti riflessioni. Da un lato che è preciso dovere del personale Uopsal quello di impegnarsi al massimo per la tutela della sicurezza dei lavoratori e per cercare di dare un contributo alle istanze di giustizia sociale, per operare affinché con misure di prevenzione si evitino eventi del genere e si tutelino le parti offese. Dall'altro che è necessario denunciare tramite il sindacato come il sistema istituzionale, così, non funzioni.  

«Lo abbiamo dichiarato recentemente con la questione relativa alla reperibilità che è proprio quell'istituto atto a garantire l'intervento ispettivo nell'immediatezza degli eventi. Un lavoro meticoloso, difficile e pieno di insidie che deve essere fatto con efficienza, efficacia e celerità. Il ruolo degli ispettori, come garanti istituzionali della tutela della sicurezza sul lavoro, viene continuamente svilito da un'organizzazione del tutto inadeguata, che non valorizza i contenuti dell'attività di prevenzione, poiché completamente dedita a seguire le emergenze della sanità trentina, notoriamente di maggior presa sull'attenzione dei cittadini, soprattutto in campagna elettorale».
Il personale si dice esausto e la Fenalt chiede risposte organizzative e sostanziali. 

«I Tpall (tecnici della prevenzione nell'ambiente e nel luogo di lavoro) Uopsal sono professionisti assoluti della sicurezza. In situazioni di emergenza assumono decisioni in autonomia, in scienza e coscienza, nell'immediatezza e con elevate responsabilità. Decidono il da farsi sugli ambienti di lavoro, sui processi, sulle macchine, sull'organizzazione, sulle sostanze - prescrizioni a rilevanza penale che i datori di lavoro, le imprese, le altre istituzioni, i professionisti debbono adempiere. Gli ispettori decidono cosa fare, in che modo e in che tempi, con tutte le responsabilità civili e penali qualora queste decisioni si rivelino fallaci o dannose», si legge nella nota del sindacato. Proprio per la delicatezza del loro ruolo ruolo e della loro attività legata strettamente a quella degli investigatori e della magistratura, chiedono un maggior riconoscimento economico e non solo. Ritengono il loro lavoro «svilito» da Apss e Provincia e la dimostrazione arriverebbe dal fatto che «gli investimenti nel settore della prevenzione sono inferiori ai piani sanitari e la legge che prevede che le risorse derivanti dalle sanzioni debbano essere reinvestite in prevenzione viene serenamente disattesa da anni dalla Provincia».
La Fenalt si appella anche agli altri sindacati dei lavoratori e delle imprese, per fare in modo che gli investimenti in prevenzione si facciano, davvero, concretamente, non solo a parole.

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