Maltempo: il recupero dei boschi è difficile

I lavori di recupero dei boschi colpiti dall’eccezionale ondata di maltempo saranno molto complessi e difficili. Solo in Alto Adige il vento ha abbattuto almeno 1,5 milioni di metri cubi di legno, ovvero «la quantità che di solito viene tagliata in tre, se non in quattro anni», spiega Josef Schmiedhofer, il direttore del demanio della Provincia di Bolzano. Secondo l’esperto, «la sfida sarà soprattutto la logistica». Ancora di più quelli caduti in Trentino, e ne ha parlato ieri il dirigente del SErvizio Foreste, Romano Masé.

Nel suo intervento, il dirigente del Patrimonio forestale Masè è stato molto chiaro: «In alcune zone dovremo abituarci ad un paesaggio completamente diverso». Le cifre, del resto, completano il quadro: si calcolano 2 milioni di metri cubi di alberi schiantati nelle sole zone di Fiemme, Fassa, Piné, Primiero e altopiano Vezzena - Grigno, pari a quattro volte il prelievo provinciale annuo. Circa 60 milioni sarebbero quindi i mancati introiti causati dal deprezzamento del legname e dai costi di rimozione.

Per la parte boschiva il bilancio è pesantissimo, e ci vorranno decenni per ripristinare l’ambiente originario: proprio per questo, la Provincia ha deciso di istituire una apposita task force, di cui farà parte anche il Consorzio dei Comuni, assieme alle strutture tecniche della provincia, che si occuperà delle varie fasi della gestione dell’emergenza e del ripristino del patrimonio boschivo.


Come si articolerà, nel dettaglio, l’operazione? I boschi sono per il 70% di proprietà pubblica (Comuni, Asuc, Regole e altre gestioni collettive) e per il 30% privata. Dei 2 milioni di alberi schiantati, l’ipotesi è di riuscire ad immetterne sul mercato almeno il 50 per cento. Uno dei problemi, però, lo ha esplicitato ieri il dirigente Masè: per evitare ulteriori perdite, bisognerà riuscire a collocarlo a valori che coprano i costi.

E in Alto Adige? «Il 40% - afferma Schmiedhofer - finirà come legna d’ardere, soprattutto come cippato nelle centrali di biomassa, il resto speriamo di poterlo vendere alle segherie». «In primis vanno messe a posto le infrastrutture. Molte strade forestali sono infatti franate. Il secondo problema logistico riguarda invece lo stoccaggio di queste immense quantità di tronchi», prosegue.

«Impegneremo almeno tre anni per portare tutti questi alberi fuori dai boschi. Vista l’instabilità dei pendii, il lavoro sarà troppo pericoloso senza adeguati macchinari, conclude il direttore del demanio altoatesino.

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