Banda del "Rolex": 2 anni e 6 mesi all'ultimo bandito

Catturato dopo quattro anni in Germania, anche l’ultimo componente della banda del “Rolex” che il 25 marzo del 2015 aveva messo a segno il colpo alla gioielleria Tomasi, ieri ha chiuso il suo conto con la giustizia.

Il 27enne lituano, detenuto in Germania, dove ha messo aveva segno un’altra rapina, ieri mattina ha patteggiato una pena di 2 anni e 6 mesi davanti al giudice per l’udienza preliminare Marco La Ganga.

La banda, arrivata in provincia alcuni giorni prima del colpo, era entrata in azione alle 10.30 circa.
Il più giovane, un diciottenne dall’aria pulita, aveva suonato il campanello, ma quando la porta si era aperta era scattato il blitz degli altri criminali.

Quattro rapinatori erano così entrati nella gioielleria di via San Pietro: avevano tirato fuori le pistole (poi risultate finte) e due martelli, con i quali avevano mandato in frantumi le vetrine che custodivano gioielli e i preziosi Rolex. Erano stati minuti di puro terrore per il titolare, Giancarlo Tomasi, colpito con un calcio e gettato a terra, mentre la moglie Patrizia Del Gizzo, sotto la minaccia dell’arma, era rimasta immobile di fronte alla feroce razzia. Cinque giovani lituani, grazie a un’operazione congiunta di polizia, polizia locale e carabinieri, erano stati arrestati subito dopo la rapina alla gioielleria di via San Pietro.

A sei mesi dal colpo avevano chiuso la loro posizione con la giustizia patteggiando una pena di 4 anni. Un quinto componente della banda aveva invece chiuso con una pena di 3 anni e 6 mesi, avendo fornito agli inquirenti l’indicazione su dove era nascosta la refurtiva. Ieri mattina, come detto, anche un altro componente della “banda del Rolex”, individuato grazie alle indagini, è stato processato. In questo caso l’uomo si trova in Germania, dove è detenuto per avere messo a segno un’altra rapina.

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