Dalla parte degli anziani L'editoriale del direttore

di Alberto Faustini

Ci si scontra sui punti nascita. Si scende in piazza. Si perdono e si vincono elezioni. I pareri dei medici e le statistiche contano relativamente. Si ascoltano le emozioni. Il desiderio, sempre legittimo, di partorire a pochi metri dall’uscio di casa. E un tema si trasforma in emblema, in icona. Anche se nascono sempre meno bambini, in Italia.

Il futuro è ovviamente più affascinante del presente, per non dire del passato. Non ricordo, infatti, di scontri sui “punti anziani”. Ci sono case di riposo e altre strutture anche d’ottimo livello, si dirà. Ma basta affacciarsi in questo mondo per capire quanto la politica non sia stata in grado di programmare. Oggi 14 milioni di italiani (di cui 3 milioni con limitazioni funzionali) hanno più di 65 anni. Il tema dell’autosufficienza riguarda 12 milioni di persone, fra malati, parenti e amici che devono occuparsi di chi non sa più badare da solo a se stesso.

Da un ricerca Cergas Bocconi letta con attenzione dall’ex direttore del Corriere della sera Ferruccio de Bortoli, emerge che in Italia lavora oltre un milione di badanti (e ne servirebbero di più): quasi tutte o tutti stranieri, metà senza contratto regolare, spesso senza una professionalità specifica: «Un numero superiore - ha scritto de Bortoli - a quello di tutti i dipendenti del Servizio sanitario nazionale (poco più di 600 mila)». I Comuni dedicano a questa emergenza la metà dei loro investimenti nel sociale. Ma non basta. Come non bastano i medici, anche se nelle facoltà di medicina ci si vanta ancora del numero chiuso. Pochi anche gli infermieri e poche le persone impegnate nelle cure palliative.

Al pronto soccorso non c’è una corsia preferenziale per gli anziani, non c’è qualcuno che colga - perché nessun protocollo lo prevede - quanto le loro difficoltà non siano solo di natura fisica. Nei reparti, anche se da noi per fortuna non si sconfina nei corridoi, i letti sono quasi sempre tutti occupati. E si considera normale che in una stanza - nel momento in cui dignità e  pudore sono due delle ultime cose a cui ci si aggrappa - una donna e un uomo possano stare insieme. Trovare posto in una residenza sanitaria per anziani è un’impresa. Si cambiano i nomi agli ospizi, come se la semantica risolvesse problemi che si nascondono sotto il tappeto dell’ipocrisia. Chi lavora con grande dedizione in questo pianeta - dove la guarigione è un miraggio e il ritorno alla normalità quasi sempre un sogno - fa salti mortali. Ma nei reparti i volti sono sempre gli stessi: pochi eroi, sostanzialmente disarmati, di fronte a un esercito d’anziani. Sembra tutto lontano, finché non ci precipiti dentro. Scoprendo che tutto ciò che vedi è già capitato a molti altri.

«Ma la politica preferisce concentrarsi e litigare, rileva ancora de Bortoli, su effimere scelte a breve». L’alba delle elezioni vale sempre più del crepuscolo della vita.

a.faustini@ladige.it

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