Tosolini paga e riempirà il "buco" La Habitat costruirà due palazzi

di Franco Gottardi

Stavolta ci siamo. L’area ex Sordomuti sarà presto un cantiere dove sorgeranno due palazzi, un edificio residenziale affacciato sul parco Santa Chiara e un gemello di negozi e uffici su via San Giovanni Bosco. L’impresa Habitat ha versato al Comune di Trento poco meno di 300.000 euro in oneri di urbanizzazione e ora avrà due anni di tempo per iniziare i lavori e cinque per concluderli. Intanto, per iniziare, ha portato a termine con la controllata Costruzioni Tridentine la demolizione della soletta di cemento appoggiata in fondo al buco, intervento da 350.000 euro propedeutico alla realizzazione dei tre piani interrati e dei quattro piani fuori terra dei due “listoni”.

Sono passati 39 anni da quando l’imprenditore bolzanino Pietro Tosolini acquistò con la sua Immobiliare Romagnosi l’edificio Sordomuti, all’angolo tra via Piave e via San Giovanni Bosco, per due miliardi di lire. Abbattuto il vecchio edificio fu scavato un buco e gettata una soletta per realizzare un grosso polo di uffici, ma tutto si bloccò per una modifica del piano regolatore e un infinito contenzioso tra l’impresa e il Comune. In tutti questi decenni il “buco Tosolini” è diventato parte del paesaggio urbano, solo da qualche anno pudicamente nascosto dallo sguardo dei passanti con una recinzione che ne impedisce di vederne il desolante stato di abbandono. Anche dopo la convenzione sottoscritta nel 2005, dopo un lungo braccio di ferro tra l’impresa e l’allora assessore comunale all’urbanistica Alessandro Andreatta, la situazione non si è sbloccata, in questo caso per una crisi di mercato che evidentemente sconsigliava un investimento così massiccio.

L’occasione buona per muovere le acque si è presentata con il Santa Chiara Open Lab, il progetto di riqualificazione complessiva varato dal Comune in quella zona. Sono 41 milioni di investimento complessivo di cui 18 finanziati col Fondo periferie del governo Renzi per trasformare la vecchia Civica Casa di Riposo in polo degli uffici tecnici comunali, per restaurare la ex mensa al Centro Santa Chiara e la chiesetta del Redentore. La parte privata, 23 milioni, è quella che spetta alla Habitat, che ha deciso di essere parte attiva nella ridefinizione di un’area preziosa, a ridosso del centro.

Il progetto, curato dagli architetti bolzanini Renzo Gennaro e Augusto Visintini per conto della Habitat, prevede la realizzazione di due palazzi per un volume complessivo, compreso il bonus energetico concesso per l’edilizia di qualità, di 31.047 metri cubi. L’edificio nord sarà quello dedicato al terziario, ad eccezione del piano terra riservato a negozi e locali pubblici, e dell’ultimo piano, valorizzato con attici residenziali. Le facciate saranno ricoperte da vetrate mentre i tetti piani di entrambi i palazzi saranno coperti di verde vegetale e impianti per la produzione di energia rinnovabile.

Nell’edificio sud, tutto residenziale, verranno realizzati 68 alloggi. Sotto ai due palazzi verranno costruiti tre piani interrati per un totale di 332 posti auto tra box privati (122) e spazi a disposizione di uffici, esercizi pubblici e negozi. La rampa di accesso sarà realizzata su via San Giovanni Bosco, a est della chiesetta, accanto alla quale è garantito un ampio spazio pubblico. L’ingresso pedonale principale verrà realizzato su via Piave. Tra i due edifici è prevista una zona verde con giochi per i bambini.

L’accordo urbanistico 2005 prevede la cessione da parte di Tosolini al Comune di 2.794 metri quadrati; una piccola parte, 57 metri, sarà usata in loco per allargare i marciapiedi perimetrali mentre i restanti 2.737 metri corrispondono a un’area nel quartiere della Clarina in via Medici, a ridosso del torrente Salè.

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