Parla una delle trentine contagiate «Sto bene, mai avuto paura»

di Leonardo Pontalti

«Quando ho saputo di essere stata contagiata non mi sono preoccupata. Ho più che altro subito pensato di essere in buone mani: il personale sanitario è venuto a casa nostra a fare il tampone, mi ha assistita in ogni passaggio, mi ha comunicato l’esito ed indicato cosa dover fare. Ora sto bene, non ho febbre né altri sintomi».

Si trova in isolamento nella sua abitazione di un sobborgo della collina una delle trentine contagiate dal Coronavirus. Faceva parte del gruppo di fedeli che una decina di giorni fa avevano partecipato ad un pellegrinaggio ad Assisi, al pari di un’altra conoscente, di un religioso toscano che ora è in quarantena nel capoluogo e dell’ottantatreenne che da domenica si trova all’ospedale Santa Chiara.

Tutti i contagiati, tra il 21 ed il 23 febbraio scorsi avevano preso parte al XIV convegno nazionale degli Apostoli della Divina Misericordia con Maria regina della pace. Si tratta di un’associazione privata di fedeli laici, nata per iniziativa di alcuni fedeli reduci da un cammino spirituale a Medjugorie.

La delegazione trentina aveva raggiunto l’Umbria con un gruppo di quarantadue persone, compreso il religioso toscano che la task force della Provincia per l’emergenza Coronavirus, in base alle ricostruzioni curate dall’Azienda sanitaria, ritiene sia il “caso indice”, ovvero il soggetto che per primo ha contratto il virus (non necessariamente in quei giorni, anzi: quasi certamente in precedenza), trasmettendolo poi agli altri contagiati.

Anche l’autista della ditta trentina di autonoleggio che ha accompagnato il gruppo ad Assisi si trova in isolamento precauzionale. Sta bene ed il mezzo utilizzato durante la tre giorni era già stato completamente sanificato al rientro a Trento della comitiva «come facciamo sempre dopo ogni utilizzo», ha precisato la ditta.
La donna, in isolamento e sotto costante monitoraggio sanitario, spiega come tutto, durante il viaggio in terra umbra, fosse andato regolarmente: «Nessuno di noi aveva manifestato malesseri. Solo dopo che la nostra amica si è recata in ospedale e le autorità sanitarie hanno portato a termine gli approfondimenti necessari, tutti noi partecipanti siamo stati contattati e sottoposti a nostra volta ad accertamenti».
Il personale sanitario ha contattato la signora ed il marito nella giornata dell’altro ieri, una volta che era stata ricostruita la rete di contatti avuti dall’ottantatreenne che si trova in ospedale e dopo il cui ricovero è scattata la macchina dell’emergenza.

«Anche dal Santa Chiara mi arrivano notizie incoraggianti da parte sua. Credo che tutto, se proprio doveva succedere a noi, stia andando per il meglio, sono ottimista sul fatto che tutto possa concludersi nel migliore dei modi per tutti noi coinvolti».

Ora la signora si trova nella sua abitazione assieme al marito: «Per fortuna non mi hanno lasciata sola in casa, quello sarebbe stato un problema. Mio marito è qui con me, gli operatori sanitari hanno accertato come non avesse malesseri e gli hanno raccomandato di misurarsi la febbre due volte al giorno e di segnalare ogni anomalia. Ma è qui con me ed entrambi stiamo bene».

Anche tra i vicini di casa la notizia della prensenza in isolamento della signora non ha creato psicosi o immotivate paure: sanno che la coppia dovrà rimanere chiusa in casa fino al termine del periodo di isolamento ed anzi, cercando di dare il loro contributo in tutti i modi possibili, evitando ovviamente di entrare in contatto con loro.

«Credo sia il comportamento più sensato da adottare. Io stessa sono molto tranquilla: una volta che le autorità sanitarie hanno portato a termine i loro accertamenti e sono al lavoro per gestire la situazione credo non ci sia motivo di preoccuparsi. Anzi, creare inutili tensioni può fare solo male a tutti».

comments powered by Disqus