Coronavirus: la situazione è grave Si va verso un ulteriore peggioramento In Trentino 19 persone in rianimazione

Ancora un incremento. L’ennesimo. Il più alto dall’inizio dell’emergenza. Sono 179 i casi positivi al Coronavirus in Trentino, ieri alle ore 14, con una crescita di 64 rispetto a giovedì. Tra questi, due purtroppo i decessi, a Borgo e a Campitello di Fassa, e 4 i pazienti guariti. Ben più della metà (109) sono al proprio domicilio, quindi non in condizioni gravi, mentre 45 sono nel reparto Infettivi. In 19, invece, sono in Terapia Intensiva a Rovereto: ma va fatta un’ulteriore distinzione, perché 6, i più gravi, sono in Rianimazione e i rimanenti 13 sono in Alta Intensità. E si registrano casi di positività anche tra il personale sanitario, in particolare a Tione, dove hanno contratto il virus 1 medico e 3 infermieri del reparto di Ortopedia. In quarantena ci sono circa 600 persone. Questo il bollettino numerico della situazione a ieri: dati che raccontano perfettamente come l’emergenza stia crescendo e che ci dicono con estrema chiarezza che è necessario, adesso più che mai, stare tutti a casa. I numeri, purtroppo, cresceranno ancora, anche in maniera molto più grande rispetto ai giorni scorsi, ma le nostre azioni di oggi faranno sì che tra circa una settimana quei numeri potranno, si spera, iniziare la frenata. «L’auspicio è di vedere l’esito delle misure messe in atto intorno a mercoledì o giovedì della prossima settimana. Ovvero iniziare a vedere una riduzione dei numeri». Parola del dottor Antonio Ferro, che dà a tutti noi un obiettivo concreto, anche temporale, verso cui puntare. 

Positivo, sempre secondo Ferro, anche il fatto che i luoghi dove si concentrano la maggior parte dei casi sia in realtà ulteriormente circoscritto in strutture sanitarie. «Una lettura più approfondita ci dice che a Pergine la gran parte dei casi sia concentrata nella Rsa: quelle persone che stiamo seguendo all’interno di strutture non creeranno, quindi, ulteriori contagi nei prossimi giorni. Nella Casa di riposo dell’Eremo di Arco sono stati fatti i tamponi 11 operatori e una decina di pazienti e ne sono in corso altri: stiamo monitorando con attenzione la situazione senza dimettere, per quanto possibile, i pazienti. A Villa Regina la situazione è meno pesante, ma stiamo effettuando dei tamponi sul personale».

L’appello di Fugatti. 

«I numeri raccontano un peggioramento e peggioreranno ancora: la crescita di questi giorni è di un decimo rispetto a quella che sarà nei prossimi, nei quali ci aspettiamo ulteriori incrementi. Guardiamo la situazione non lontano da noi, a duecento chilometri: a Bergamo ieri ci sono stati 61 morti, con 70 medici positivi. Ecco perché dobbiamo rispettare le regole. Lo dico ai giovani, soprattutto, che magari hanno voglia di uscire e fare una vita normale. Ma non devono: lo facciano per i loro nonni, che sono la fascia più a rischio. Ci vogliono senso civico e rispetto, ben sapendo che ciò a cui rinunciamo oggi non ci darà risultati domani o dopodomani, ma tra una settimana o dieci giorni. Restate a casa».

I comuni con i casi.

Sono 55 i Comuni sul territorio provinciale dove si sono verificati casi di positività. A Trento ce ne sono 42, mentre la seconda località più colpita è Pergine con 25 casi, di cui 15 concentrati nella Casa di Riposo e 10 nel territorio comunale, frazioni comprese. Poi Arco con 13, Borgo Chiese e Vermiglio con 8, Canazei e Pieve di Bono-Prezzo con 6.

Il materiale sanitario.

Il punto della situazione di Raffaele De Col: «Non c’è esigenza di disinfestazione ma in accordo con altre Regione daremo il via oggi a una pulizia straordinaria di rimozione delle polveri a Trento e a Rovereto. Ma non si tratta di disinfezione: la parte medica di dice che le pompe che sparano prodotti, al momento, non servono. Sulla fornitura di materiali c’è una centralizzazione della Protezione Civile nazionale, che dà mascherine, respiratori, tute, guanti, cuffie. Il problema grosso è che non ci sono camici per i medici. Inoltre stiamo acquistando un’importante fornitura di mascherine sia per l’Azienda sanitaria sia per i cittadini. Insieme a Bolzano, inoltre, ci stiamo attivando con una possibile azienda per fornire delle protezioni da distribuire ai cittadini. Gli stumenti di protezione in questo momento non sono abbastanza: speriamo in una dotazione importante per la prossima settimana».

Aumento dei casi in tutta Italia

"E' verosimile aspettarci casi in questo weekend in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. L'incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. E' un'ipotesi, vedremo le curve, speriamo di essere smentiti dai fatti", ha detto ieri Silvio Brusaferro dell'Istituto superiore di sanità (Iss) in conferenza stampa alla Protezione civile a Roma

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