#iorestoacasa: Marco Melandri «Sogno un giro nel bosco»

di Giorgio Lacchin

Hai la voce allegra, Marco.

«Perché sto provando il nuovo videogioco».

Ah!

«...e ho comprato la PlayStation 4».

Sei un tipo da PlayStation?

«Non tanto, ma in questo periodo...».

Marco Melandri è uno dei più forti motociclisti italiani della storia. Nella classe 250, con l’Aprilia, ha vinto un titolo mondiale (2002) e una volta è arrivato terzo (2001); nella MotoGp, con la Honda, ha collezionato un 2° (2005), un 4° (2006) e un 5° posto (2007). Melandri ha sfiorato anche il mondiale Superbike piazzandosi 2° nel 2011 su Yamaha e 3° nel 2012 su Bmw. Ovviamente ha vinto molti gran premi: 22 nel Motomondiale e altri 22 in Superbike.

Dove sei, campione?

«A Carisolo, in Rendena. Io vivo qui».

Da quanto?

«La residenza ce l’ho da più di un anno. Mia moglie è di qui».

Manuela?

«Sì, lei è nata a Tione ma ha sempre vissuto a Carisolo».



Dalla tua Ravenna a Carisolo: un bel salto.

«Quand’ero in giro per le gare lasciavamo la bimba ai genitori di Manuela... Trascorrevamo qui le vacanze... Insomma, sapevamo che si sta bene. E alla fine, per me, cambiava poco».

Vostra figlia quanti anni ha?

«Quasi 6. La mia Martina!».

Frequenta la scuola materna: niente... lezioni online.

«Ma ogni tanto le mandano dei video. Peccato che questi bimbi siano fermi: a scuola si divertono da matti».

Marco, come va la clausura?

«Mi diverto grazie alla tecnologia».

La Play.

«Calma! I rulli».

Pedalate virtuali di gruppo?

«Ecco. Tutti i giorni in bici, sui rulli, con gli amici».

In collegamento con loro.

«Facciamo dei giri mica male, sembrano veri, con salite realistiche».

Fatica?

«Tantissima».

Gente forte tra gli amici?

«Che ne dici di Paolo Bettini?».

Òstrega ! L’ex campione del mondo e campione olimpico.

«E Nizzolo, un titolo italiano in saccoccia e molto altro».

E riesci a stare in scia?

«C’è l’opzione per stare tutti assieme. Ognuno di noi ha la propria tabella ma gli avatar stanno insieme».

Geniale.

«...e allo stesso tempo puoi scrivere messaggi, così trascorri un paio d’ore in compagnia».

Hai una bella casa?

«Senza giardino, per scelta. Se ce l’hai devi curarlo e non è facile, ma ho una bella terrazza che dà sul verde. E sto approfittando di tutto questo tempo in casa per rispolverare la vocazione di restauratore di mobili».

Marco multitasking.

«Mio nonno restaurava mobili. Diciamo che io ci provo».

Ma ogni tanto darai una sbirciatina, con l’occhio languido, alle moto in garage.

«Non ne ho neanche una».

Non ci credo.

«Cinque bici, nessuna moto».

Un grande motociclista senza lo straccio di una moto.

«Non sono mai andato in moto sulle strade normali».

Non ci credo-bis!

«Mai. Adesso che in famiglia siamo in tre, poi...».

Paura?

«Un po’ la paura che mi scappi di andare veloce, un po’ la paura che gli altri vadano veloci. Non mi fido, insomma. Però ho la passione del volo».

Non in moto.

«Il volo vero».

Aereo ultraleggero?

«Già. Ho la licenza di pilota, ora vorrei l’abilitazione per il “4 posti”».

Per pilotare vai a Mattarello?

«Ogni due o tre settimane, certo».

Marco, cosa ti manca della vita normale?

«Vivere la natura, i sentieri. Mi mancano le gare di enduro con la bici da mountain bike. Vivere all’aria aperta: lo adoro!».

Allora sei capitato nel posto giusto.

«Sono ambasciatore di Trentino Marketing: ho sempre il cappellino in testa!».

E il tuo giro preferito?

«Ce ne sono tanti: Mavignola, Campiglio, val di Genova... Apri la porta di casa e vai».

Ma non ora.

«Non lo avrei mai immaginato. Pensavo che una situazione del genere esistesse solo nei film. Ma noi, qui, siamo fortunati: c’è poca gente, ora che non ci sono i turisti. I servizi sono ottimi: ti portano la spesa a casa, se serve. Noi cerchiamo di rimanere informati e sappiamo che i rischi sono limitati, se si fanno le cose per bene. Il timore, casomai, è per i nonni».

Vivono vicino a voi?

«In linea d’aria saranno cento metri».

Allora riuscite a vedervi, ogni tanto.

«Massì. Fanno una passeggiata fin qui, sotto casa, noi stiamo sul balcone e facciamo due chiacchiere».

Una vittoria, di questi tempi.

«Incredibile ma vero».

Tutto questo lascerà il segno.

«Per un po’, sì. Ma se in un anno si tornasse alla vita normale, la gente dimenticherebbe tutto. Io, peraltro, ho scoperto anche delle cose buone».

Tipo?

«Prima di questa emergenza non avevo mai dormito per più di una settimana di fila nello stesso letto».

Un vero giramondo.

«Mi sono ritirato nel novembre 2019...».

Eppure hai solo 38 anni.

«Ancora 37, per la verità».

Scusa!

«...perché non mi divertivo più».

Ecco perché.

«Una volta, quando arrivavo nel paddock - quasi una cittadella, con le nostre “casette” viaggianti - ero felice, ma negli ultimi tempi s’era creata una situazione difficile. Non ero a mio agio. E in più avevo una moto con la quale non riuscivo a esprimermi».

Così hai salutato tutti.

«Per me la moto è uno stile di vita, e correre non era un lavoro».

Non sarà mai più il tuo mondo?

«Non proprio. Appena il Mondiale scatterà, lavorerò con Dazn: sarò la voce tecnica della MotoGp».

Una specie di ritorno, dunque.

«A modo mio: rimarrò nell’ambiente senza andarci».

Tradotto?

«Rimarrò in studio a Milano: non andrò sui circuiti. Non voglio viaggiare: l’ho fatto per 22 anni. E in più ho un altro progettino tutto mio».

Sputa il rospo.

«Porterò in circuito alcuni personaggi famosi: con me proveranno l’ebbrezza del motociclismo».

Tu e loro sulla stessa moto?

«No, loro su una moto e io su un’altra. Al loro fianco. Queste esperienze finiranno in alcuni video: andranno su YouTube ma se funzionerà... ci allargheremo».

Moto potenti?

«Trecento di cilindrata, e ho già qualche “sì”».

Chi?

«Ignazio Moser e Letizia Paternoster, ad esempio».

Ma tu, Marco, cosa farai quando ci diranno che l’emergenza è finita?

«Un bel giro in mountain bike, nei boschi».

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