Insulti a Silvia Romano, inchiesta dei pm di Milano, citato Sgarbi che ora vuole fare del Mart il «Museo dei valori cristiani»

Il nome del presidente del Mart Vittorio Sgarbi (anche sindaco di Sutri, parlamentare di Forza Italia, assessore mancato in Emilia Romagna) potrebbe essere iscritto al Registro degli indagati nell’inchiesta sugli insulti e minacce a Silvia Romano.

I pm di Milano hanno aperto l’indagine e tra i nomi spunta anche quello di Vittorio Sgarbi, che ha scritto sui social network che la ragazza andrebbe «arrestata» per «concorso esterno in associazione terroristica». Delle parole del critico d’arte avrebbe parlato, come persona offesa, anche la stessa 24enne nell’audizione davanti al capo del pool antiterrorismo e agli investigatori del Ros dei carabinieri. Lo riporta il sito di informazione «Globalist.com».

Dopo una visita di controllo «doverosa» da parte del suo medico, l’altroieri nel pomeriggio Romano è stata sentita assieme alla mamma, Francesca Fumagalli, dal responsabile dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dai carabinieri del Ros che indagano per minacce aggravate e sono in contatto con i colleghi di Roma che invece hanno aperto un fascicolo sul sequestro vero e proprio.

Velo multicolor e tunica come vuole la tradizione islamica, e ovviamente la mascherina, Silvia-Aisha, questo il suo nome dopo la conversione, ha avuto un lungo colloquio con gli inquirenti e gli investigatori milanesi ai quali ha confidato di sentirsi «serena» nonostante tutto.

Si è trattato di un’audizione in cui la giovane cooperante si è fatta conoscere e nella quale, oltre a parlare del suo periodo di volontariato trascorso in Kenya, ha messo in fila le minacce e gli insulti che, da quando è scesa dalla scaletta dell’aereo a Ciampino, sono andati moltiplicandosi e che l’hanno convinta ad aumentare la privacy anche sul suo profilo Facebook. Tra questi pure un post di Vittorio Sgarbi, il quale ha scritto che la giovane «va arrestata» per «concorso esterno in associazione terroristica»: messaggio che verrà vagliato dalla magistratura milanese, così come quello di Nico Basso, consigliere comunale di Asolo (Treviso), «venetista» capogruppo della civica «Verso il futuro», ed ex assessore leghista, che sotto la foto della giovane ha scritto «impiccatela» assieme ad alcuni biglietti e lettere e messaggio apparsi sul web con frasi davvero pesanti.

Vittorio Sgarbi, intervistato ieri dalla Rai, ha replicato che «La inaccettabile proclamazione pubblica, da me censurata in linea di principio, al di là della responsabilità personale di Silvia, consiste non nella conversione alla religione islamica, ma nella esibizione delle insegne di un gruppo terroristico somalo affiliato ad Al Qaeda, del quale la cooperante ha lodato la correttezza». Quindi, conferma, l’attacco c’è stato per difendere i valori della Costituzione, della democrazia; e arriva a proporre che il Mart diventi «Museo contro la mafia e contro il terrorismo, in difesa della democrazia e dei valori cristiani, di tolleranza e di libertà».

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