Chiusi i centri per senzatetto a Trento Serve una soluzione per 160 persone Nel pomeriggio il Tavolo dell'inclusione

di Zenone Sovilla

Ieri è scattata la ricerca di un nuovo tetto per i 160 cittadini senza fissa dimora costretti a lasciare le strutture (per lo più dormitori invernali) che li ospitavano dopo la decisione della Provincia di chiuderle. Ma poi nel pomeriggio il Tavolo dell'inclusione ha deciso la proroga fino al 31 luglio, quindi si è riusciti almeno a guadagnare tempo.

Con l'emergenza epidemica questi luoghi sono diventati centri diurni, in altre parole i posti dove mettere in pratica l'obbligo di restare a casa.
Ma ora, malgrado le misure di prevenzione non siano venute meno, perché il contagio resta un rischio, queste persone finiscono per strada, come ha denunciato sabato, con un sit-in, anche l'Assemblea antirazzista cui ha fatto eco, fra gli altri, il consigliere comunale Jacopo Zannini (Altra Trento a sinistra), criticando la decisione della Provincia ma anche una certa timidezza del Comune capoluogo.


 

Questa mattina buona parte degli ospiti dei vari centri di accoglienza si sono spostati al Punto d'incontro di via Travai, sia per mangiare sia per cercare informazioni e appoggi per una sistemazione temporanea.

Oggi pomeriggio è convocato il Tavolo dell'inclusione, cui partecipano i vari soggetti istituzionali e associativi coinvolti nell'emergenza. L'incontro, cui partecipa fra gli altri la Caritas diocesana, avviene sulla scorta di una prima interlocuzione avvenuta fra l’assessore alle politiche sociali del Comune di Trento, Mariachiara Franzoia, e i rappresentanti della Provincia autonoma per cercare una soluzione. Siamo evidentemente fuori tempo massimo, ora si vedrà se ciò che non è stato preparato in anticipo si sistemerà a posteriori. Franzoia ha parlato sabato di un'ipotesi di lavoro per individuare  con i vari soggetti soluzioni logistiche alternative.

Molto critico Zannini, secondo il quale bastava intanto prorogare l'apertura dei dormitori, anche perché l'emergenza sanitaria non è finita.

«Qui davanti al Punto d'Incontro - ha detto il consigliere poco fa all'Adige.it - vedo molte persone che hano bisogno di mangiare e che cercano un tetto, per non finire per strada, con tutte le problematiche del caso, compresa quella sanitaria. Siamo in un periodo molto difficile. Serve un potenziamento dell'accoglienza, le persone hanno molte più difficoltà di prima a trovare un lavoro e dunque a potersi permettere un'abitazione. Servono sforzi seri e nuovi strumenti di inclusione per aiutare che è in difficoltà e con questa nuova crisi farà ancora più fatica a ritrovare un percorso di vita nuovo, che parta da un'occupazione e da un ristoro economico. Le istituzioni devono farsi carico, almeno fino al 31 luglio, del supporto logistico per queste persone».

Accanto a Jacopo Zannini, questa mattina, c'era una delle persone rimaste al momento senza un tetto sia pure di emergenza.


Si chiama Alessandro (nella foto, stamattina, con zaino e sacco a pelo, di fronte al Punto d'incontro) e descrive così la situazione: «Dall'inizio della quarantena ho chiesto ospitalità ai dormitori pubblici e sono stato ospite di Casa Maria, in via Santa Croce. Sono rimasto là trenta giorni. Poi con le carte di lavoro ho cercato di andare in Austria, ma era complicato, non facevano i tamponi. Alla fine sono tornato indietro e nel frattempo la quarantena era stata prorogata. A Casa Maria tutto è stato organizzato per rispettare le varie misure di prevenzione sanitaria. Anch'io mi sono adoperato come volontario sia qui alla mensa sia in ufficio. Dopo quel primo periodo è scattato l'obbligo di restare al'interno anche per i pasti, forniti dalla Risto 3, fino a ieri. Io poi ho fatto temporaneamente altre scelte, ma le persone che stvano con me e che fino a ieri sono rimaste nel centro adesso non hanno dove andare, sono in mezzo alla strada. Erano tutti convinti che almeno per il mese di giugno, se non anche a luglio, l'apertura delle strutture sarebbe stata prorogata. La proroga per le strutture invernali, che anche gli operatori ritenevano probabile, riguarda la crisi sanitaria, quindi sembrava logico che per ora fosse rinnovata».

(nella foto in alto, alcune persone senzatetto, questa mattina, al Punto d'incontro)

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