Rsa, mortalità tornata ai livelli ante-Covid La "pagella" dei contagi promuove il Trentino ma restano circa 1.200 infetti da monitorare

di Sergio Damiani

La “pagella” dei contagi è positiva. L’ultimo report settimanale dell’Istituto superiore di sanità assegna al Trentino un Rt (da leggere erre con t) di 0,86. Lentamente ci allontaniamo dal valore 1, il numero “guida” oltre il quale la ripartenza si ferma e si deve tornare indietro. Sono positivi anche i dati raccolti dall’Azienda sanitaria di Trento: «Nessun decesso, un nuovo positivo con sintomi, altri quattro individuati tramite screening».

Anche i dati nazionali - relativi alla settimana che va dal 25 al 31 di maggio con dati aggiornati al 3 giugno - sono positivi.

Nessuna regione o provincia autonoma ha superato il valore Rt di 1. Non tutti sono allo stesso livello: si va dal 0,91 della Lombardia, allo 0,00 della Basilicata. Il Trentino, come l’Alto Adige, ha un Rt pari a 0,86 (nel precedente report era a 0,88), buono ma non brillante. Perché? «Perché - replica il dottor Antonio Ferro, dirigente del Dipartimento di prevenzione - noi facciamo più tamponi degli altri. Quello che conta è rimanere sotto a 1, se poi siamo a 0,8 invece che 0,7 non cambia molto. È positivo invece il fatto che il trend sia in diminuzione nonostante l’aumento dei flussi di popolazione».

Cos’è l’Rt? «Indica - spiega l’Iss - il numero medio di infezioni secondarie generate da una persona infetta a una certa data, ed è una grandezza fondamentale per capire l’andamento dell’epidemia. Se Rt ha un valore inferiore alla soglia critica di 1, il numero di nuove infezioni tenderà a decrescere tanto più velocemente quanto più è lontano dall’unità. Per contro, quanto più Rt supera 1, tanto più rapidamente aumenterà il numero dei contagi».
Il giudizio settimanale, su base nazionale, dell’Iss è positivo, ma non siamo al “liberi tutti” perché «permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione».
Insomma abbiamo imboccato la strada giusta, ma non siamo ancora alla meta.

Lo conferma anche il dottor Ferro a cui abbiamo chiesto di interpretare i dati degli ultimi giorni a partire dal doppio zero di venerdì (zero deceduti, nessun nuovo caso). «L’impressione è che ci sia una riduzione della soglia epidemica con l’endemia che si sta abbassando in modo importante. È un fatto atteso e auspicato. Guardiamo favorevolmente a questo calo di contagi anche perché si fanno ancora molti tamponi». Ma anche Ferro conferma che l’epidemia non è finita: «Ci stiamo concentrando sulle aree a maggior incidenza del virus, cioè i 17 comuni della val di Fassa e delle Giudicarie, per verificare se si siano annidati dei casi positivi perlopiù asintomatici».

È come se l’incendio principale fosse stato domato, ma ora occorre bloccare eventuali focolai da dove il rogo, cioè l’infezione, potrebbe riprendere forza. Si stima che in Trentino ci siano ancora tra gli 800 e i 1200 positivi.

Questa settimana potrebbe essere rivisto l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, obbligo che scadrebbe il 15 giugno ma il governatore Maurizio Fugatti potrebbe decidere di anticipare. Molto dipende dalla situazione epidemiologica. «Al momento precisa Ferro - i dati sono positivi, ma la valutazione va fatta in settimana. Così come positivo è il dato sulla mortalità: abbiamo una media di 4 decessi al giorno nei 4.500 posti letto nelle case di riposo, dato equiparabile al passato».

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