Rsa, ecco come saranno le visite dei familiari, permesse da lunedì

di Leonardo Pontalti

Sarà bello, sarà importante poter rivedere i propri cari. Ma la parola d'ordine nelle Rsa resterà innanzitutto una: cautela.
Da lunedì prossimo, 15 giugno, gli ospiti delle Rsa potranno nuovamente ricevere le visite dei propri cari. Nella maggior parte dei casi, però, si tratterà di momenti - brevi - segnati dalla distanza.

«Abbiamo consigliato vivamente alle strutture di allestire appositamente zone per gli incontri che garantiscano una separazione fisica, tra ospiti e visitatori, ad esempio attraverso barriere in plexiglas», ha spiegato la presidente dell'Upipa Francesca Parolari.

Che ieri, assieme a Italo Monfredini, presidente di Spes, ha incontrato l'assessora provinciale alla Salute Stefania Segnana, per definire le linee guida da rispettare per poter riaprire le porte delle strutture ai familiari.
Un primo passo verso un lento ritorno alla normalità, partendo da uno dei punti più delicati, sul quale a marzo vertici delle Rsa e Provincia si erano duramente scontrati, con i primi che si erano strenuamente - e provvidenzialmente, si deve dire con il senno di poi - opposti alla decisione della Provincia di permettere visite anche in piena impennata dei contagi. «Quei giorni non hanno comunque lasciato strascichi nei nostri rapporti con l'assessora», precisa Parolari: «Lo scontro politico non ci riguarda. Personalmente ho sempre detto quel che c'era da dire quando necessario, anche duramente e lavorato all'insegna della massima collaborazione quando invece serve farlo, come in questo momento».

Via libera alle visite, ma con rigide procedure: «Capisco che potrebbe sembrare una misura drastica - spiega ancora Parolari - ma deve essere chiaro a tutti che quella del 15 giugno è una data a partire dalla quale le strutture hanno scelto di poter garantire nuovamente contatti concreti tra i familiari e gli ospiti, ma non rappresenta certo una data che segna la fine dell'emergenza. Le Rsa sono state tra le strutture più duramente colpite dalla pandemia, in alcune realtà la situazione è stata a dir poco devastante. Siamo ben lontani dal poter dire che possiamo tutti tornare alla normalità. Per questo le misure per evitare il contatto fisico tra ospiti e familiari saranno così consistenti».

Ecco dunque che, anche in quelle realtà che - avendo a disposizione giardini o spazi esterni - potrebbero permettere visite più libere, lasciando che ospiti e visitatori possano vedersi senza barriere, seppur a distanza di almeno un metro, il consiglio di Upipa e Spes è quello di preferire altre soluzioni, più rigide: «Noi - conferma Parolari - abbiamo espressamente indicato alle strutture che la soluzione migliore è quella degli spazi interni delimitati da barriere fisiche, per evitare davvero qualsiasi contatto e per far sì che anche il naturale istinto a spingersi in un abbraccio, tra familiari che non si vedono da mesi, non possa avere la meglio su una prudenza di cui ora non possiamo ancora fare a meno».

«Abbiamo studiato attentamente tutte le procedure per poter arrivare a compiere questo passo - ha spiegato l'assessora Segnana - consapevoli sia dell'importanza che riveste per ospiti e famiglie la possibilità di rivedersi, sia di quanto sia fondamentale garantire che questo avvenga in piena sicurezza».
Distanze dunque, ma non solo: le visite saranno tutte su appuntamento, per poter pianificare l'attività interna di ospiti e personale e per evitare la concentrazione di visitatori nelle Rsa. E su tutti gli incontri veglierà un addetto delle varie strutture.
Detta così, la decisione potrebbe alimentare immagini da visite in carcere, ma non sarà così: la presenza del personale sarà discreta e necessaria unicamente per verificare che tra ospiti e visitatori venga effettivamente e costantemente mantenuta la dovuta distanza.
Resterà invece esclusa la possibilità, per i visitatori esterni, di accedere ai nuclei di degenza delle strutture, salvo deroghe che saranno concesse unicamente - spiega una nota della Provincia - «per casi di estrema necessità e indifferibilità e su autorizzazione della direzione sanitaria della struttura, che provvederà a definire anche le modalità di accesso in sicurezza».

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