Consorzio dei Comuni: per i nidi obiettivo apertura il 15 giugno

Dopo la grande corsa per riuscire ad aprire le scuole materne, anche per gli asili nido sono partite nei giorni scorsi le richieste di manifestazione di interesse alle famiglie da parte dei comuni, con l'obiettivo di riuscire ad aprirli la prossima settimana.

In questo caso la competenza sui criteri di accesso spetta ai comuni, o alle Comunità di Valle dove sono queste a capo della gestione.

È il Consorzio dei Comuni ad aver inviato a tutte le municipalità delle linee guida in merito, fatta salva comunque l'autonomia istituzionale e decisionale dei singoli consigli che potranno scegliere di adattare i criteri alla propria situazione territoriale e di utenza.

«Dopo l'incontro con il presidente Fugatti del 27 maggio e i sindaci, nel quale dalla giunta provinciale si manifestava la volontà di riaprire il servizio all'infanzia - spiega il presidente del Consorzio Paride Gianmoena - abbiamo pensato di fornire delle linee guida ai comuni per agevolarli nella riapertura e proporre dei criteri omogenei fra i territori, per quanto possibile».

La base è quella dei criteri usati per la fascia d'età 3-6 anni, con al vertice della classifica le famiglie con bambini per i quali è stato attivato un insegnante supplementare o comunque con bisogni educativi speciali o in situazioni di marginalità. Al secondo punto, e qui la differenza con i criteri per le materne, le famiglie con genitori entrambi lavoratori, dipendenti o autonomi, a tempo pieno, ad eccezione dei casi «in cui almeno un genitore abbia concreta possibilità di accedere a forme di lavoro agile, compatibili con le prestazioni di cura del bambino» si legge nel documento inviato ai comuni.
«Abbiamo considerato il fatto che due genitori che lavorano siano da sostenere maggiormente con una priorità di accesso - spiega Gianmoena - e abbiamo considerato ogni forma di lavoro, sia privatistica che pubblica. Sul lavoro part time abbiamo invece mantenuto il ragionamento della Provincia e mantenuto il criterio di precedenza per chi lavora full time.

Ricordiamoci che stiamo parlando solo di linee guida che si riferiscono alla riammissione dell'utenza per il periodo di giugno e luglio. A settembre serviranno probabilmente ragionamenti diversi, in primis sugli spazi e poi sulla didattica, per permettere di accogliere i bambini e offrire un servizio che sia sui numeri precedenti a questa emergenza».
A scendere, si trovano poi le famiglie dove almeno un genitore sia lavoratore dipendente, a tempo pieno, nel settore sanitario e delle Rsa, e poi nel comparto pubblico impegnato nei settori sicurezza, difesa e soccorso, servizi socio-educativi per la prima infanzia e scuole per l'infanzia. Infine, la quinta categoria discriminante è il numero di figli nella fascia 0-14 anni nel nucleo famigliare.

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