Bimba con due mamme e due cognomi il Tribunale ordina al Comune di Trento di registrare anche la madre non biologica

di Sergio Damiani

A Bologna dove è nata Serena (il nome è di fantasia) aveva due mamme non solo nella vita di tutti i giorni ma anche per l'anagrafe. In Trentino, dove la famiglia risiede, Serena si è vista "decurtare" dall'Ufficiale di stato civile una delle sue due mamme e con essa anche un pezzo del suo cognome. Per ripristinare nell'atto di nascita il numero corretto di mamme è intervenuto il Tribunale di Trento. I giudici hanno disposto che l'atto di nascita relativo a Serena «come formato dall'ufficiale dello stato civile del comune di Bologna sia fedelmente ed integralmente trascritto dall'Ufficiale dello stato civile di Trento». Le madri di Serena hanno dunque vinto la loro battaglia legale ma anche civile.

Le due ricorrenti avevano fatto ricorso al Tribunale di Trento chiedendo che venisse dichiarata illegittima la trascrizione parziale dell'atto di nascita formato a Bologna con l'indicazione di un solo genitore e la modifica del cognome della minore e per l'effetto che sia ordinato al Comune di Trento la trascrizione integrale ed autentica del suddetto atto di nascita.

Serena è una bimba nata a Bologna a seguito di un percorso di procreazione assistita. Alla nascita era stata registrata con il doppio cognome, uno per ognuna delle sue mamme. Il problema nacque quando l'atto di nascita venne inviato al Comune di Trento dove risiedono i genitori. Il Comune di Trento, invece che limitarsi a trascrivere l'atto di nascita predisposto a Bologna, lo ha modificato indicando come genitore una sola delle mamme e modificando il cognome della minore. Procedura che secondo i ricorrenti era illegittima poiché l'ufficiale di stato civile di Trento non poteva modificare un atto già formato e iscritto in altro comune. Inoltre sarebbe stato calpestato l'interesse di Serena «al riconoscimento e a non essere discriminata in ragione delle modalità del concepimento ed altresì il diritto della minore all'identità personale ed alla vita privata e familiare».

Il Comune ha deciso di costituirsi in giudizio. L'amministrazione sostiene di avere piena competenza di entrare nel merito e verificare la legittimità dell'atto che gli si chiedeva di trascrivere. Atto che secondo il Comune di Trento era illegittimo per violazione, tra l'altro, degli articoli 30 e 31 della Costituzione.

Il Tribunale di Trento, in composizione collegiale, ha ritenuto fondato il ricorso delle due mamme di Serena. I giudici hanno ordinato che l'atto di nascita relativo a Serena, come formato dallo stato civile del Comune di Bologna, sia «fedelmente ed integralmente trascritto» dall'Ufficiale dello stato civile del Comune di Trento. «L'ufficiale dello stato civile a cui l'atto viene comunicato si legge in sentenza - si deve limitare alla trascrizione dell'atto stesso, posto che il controllo di legittimità è già avvenuto i sede di formazione dell'atto secondo le formule e le modalità stabilite con decreto del Ministero dell'Interno».
Sui documenti di Serena torna dunque la "seconda" mamma con relativo cognome.

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