Sequestra l'amica e la molesta, condannato a 4 anni e 4 mesi

Alla vittima 50mila euro

Si sono incontrati in centro città, in Santa Maria Maggiore, in un freddo pomeriggio di inverno. Lei, sotto shock dopo una furibonda lite con i familiari, se ne era andata di casa e non sapeva dove dormire; lui, arrivato da poco dal Pakistan in cerca di un futuro migliore, si è offerto di aiutarla proponendole di sistemarsi per la notte in un alloggio di via Santa Margherita di cui aveva le chiavi. All'interno di quei locali la ragazza, 28enne trentina, si è trovata in trappola: impossibilitata a scappare e costretta a subire un approccio sessuale da parte del giovane pakistano, 22 anni. Con la forza della disperazione è riuscita a difendersi e a dare l'allarme. 

Da quel giorno lo straniero è in carcere con l'accusa di sequestro di persona e di violenza sessuale. E in cella ci dovrà rimanere ancora per molto: ieri in abbreviato è stato condannato a 4 anni e 4 mesi. Lo ha deciso il gup Enrico Borrelli a fronte di una richiesta del pubblico ministero di 9 anni; per la ragazza, che si è costituita parte civile, 50mila euro di risarcimento. Ricostruire cosa è avvenuto in quelle stanze non è stato facile, né per i carabinieri che all'epoca sono intervenuti a seguito della richiesta di aiuto della ragazza, né per la difesa dello straniero, l'avvocato Sabina Zullo: il racconto della vittima e il racconto dell'imputato concorderebbero solo fino al punto in cui i due sono entrati nei locali di via Santa Margherita. Locali non qualsiasi: si tratta della sede di Rifondazione Comunista.

Il partito, è bene evidenziarlo, è del tutto estraneo alla drammatica vicenda della violenza. Le chiavi erano state consegnate al giovane pakistano affinché avesse un luogo in cui ripararsi dal freddo nelle ore pomeridiane e dove poter mettere in carica il proprio cellulare. A quel ragazzo, insomma, era stata data la massima fiducia: d'altronde il ventiduenne, che all'epoca era domiciliato all'Opera Bonomelli, non aveva mai combinato guai, anzi risultava aver iniziato un percorso con il Cinformi e presentato richiesta di protezione internazionale. 

All'interno di quei locali lo straniero avrebbe offerto della marijuana alla ragazza. Non è chiaro se lo stupefacente sia stato consumato da entrambi. L'atteggiamento amichevole di lui sarebbe all'improvviso cambiato: si sarebbe coricato vicino alla ragazza, l'avrebbe toccata, le ha dato un bacio. Lei ha subito reagito, rifiutando l'approccio. I due racconti differiscono ancora: la ragazza ha dichiarato di aver avuto paura di quel giovane conosciuto solo poche ore prima perché era diventato improvvisamente violento.

Il motivo? Non trovava più il suo smartphone, era molto arrabbiato, ha detto la vittima. Forse è per questo motivo che ad un certo punto lui avrebbe afferrato il cellulare di lei, impedendole dunque di fare telefonate. La ragazza, approfittando di un attimo di distrazione dello straniero, è riuscita a dare l'allarme attirando l'attenzione di alcuni passanti che hanno chiamato il "112". A salvarla, pochi minuti dopo, sono arrivati i carabinieri del radiomobile.

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