«Maxiscorte di mascherine in vista del prossimo autunno»

L'intervista a Paolo Benetollo, direttore generale dell'Azienda sanitaria

di Matteo Lunelli

Piani diversi a seconda del grado di gravità. Magazzini da riempire con scorte il più abbondanti possibili. Personale da potenziare in alcuni settori strategici. E la telemedicina da sviluppare il più possibile, puntando su televisite e teleconsulti. Da poco più di un mese Pier Paolo Benetollo è Direttore generale dell'Azienda sanitaria: settimane all'insegna di poche ferie e tanto lavoro, soprattutto per preparare la macchina a quella che potrebbe essere la famosa "seconda ondata". 
Direttore, partiamo però dall'attualità: da ieri tampone al rientro da alcuni Paesi. 
Esatto. E il test verrà effettuato a chi è rientrato dal 13 agosto in poi, non c'è retroattività nell'ordinanza. Ma attenzione, il messaggio non deve essere "faccio il tampone, è negativo e tutto è a posto". Sta passando un messaggio non corretto. 
E qual è quello giusto? 
Il tampone non esclude la possibilità che io possa ammalarmi e contagiare altre persone. Bisogna valutare anche il proprio comportamento: se una persona è stata a ballare in discoteca tutte le notti o si è dedicata alla movida, magari torna e dopo 48 ha un tampone con esito negativo ma la sua coscienza deve dirgli di fare attenzione. Meglio che si isoli, che vada al lavoro ma stando attenta e con le protezioni. 
Per medici e infermieri valgono le stesse regole? 
Viene fatto un tampone in quinta giornata e nel frattempo tornano al lavoro, ma sono monitorati e sono persone che usano sempre i dispositivi e anche in maniera corretta. Inoltre la regola non vale solo per Croazia, Spagna, Grecia e Malta ma per tutti i rientri dall'estero.
Un cittadino che torna deve compilare il form e "autodenunciarsi". 
Esatto. Poi noi daremo un appuntamento per effettuare il tampone in tempi molto brevi. Non sappiamo esattamente quanti trentini siano in quei Paesi, ma credo gestiremo tranquillamente questa nuova ordinanza.
Dal presente al futuro prossimo: su cosa state lavorando in vista dell'autunno? 
Abbiamo molti piani diversi, che entreranno in vigore a seconda della gravità della situazione. Rovereto resta e resterà l'hub di riferimento, ma tutto il Trentino dovrà essere pronto per una seconda ondata. Stiamo organizzando poi un potenziamento di personale nel settore dell'igiene pubblica e preparando le campagne anti influenzali, che saranno anticipate e saranno fondamentali. Poi ci sono i normali lavori, anche se non veri e propri cantieri: in questo momento non è il caso. Infine le scorte. 
Ovvero riempire i magazzini di Dpi e reagenti per i tamponi? 
Certo. Mascherine, camici, tute, guanti, la scelta è di fare incetta di quello che si trova sul mercato, anche perché si tratta di prodotti a lunga scadenza. Per quanto riguarda i reagenti è più complicato, perché si trova poco e dal punto di vista scientifico l'evoluzione è rapidissima. Qualche problema lo abbiamo con gli spazi: abbiamo stimato che per contenere tutto ci voglia un magazzino da 2.500 metri cubi, che attualmente non abbiamo. Anche perché gli spazi devono essere consoni per una questione di sicurezza. Ma c'è una cosa più importante delle nostre scorte e dei nostri piani. 
Ci dica. 
Il comportamento dei singoli. Il comportamento di tutti noi. Ci sono regole che vanno rispettate, per difendere e proteggere i più deboli. Ai nostri anziani va un applauso immenso: se l'età media dei contagi si abbassa non dipende né dal virus né dai giovani, ma dal fatto che gli anziani stanno più attenti di tutti e rispettano le regole, pur pesanti e faticose. Per i giovani l'appello è all'attenzione: se hanno avuto comportamenti a rischio evitino di andare ad abbracciare e baciare i loro nonni. Devono proteggerli. 
In ospedale i percorsi Covid esistono ancora? 
Ad esempio sono andato due giorni fa al Santa Chiara e c'era l'ascensore per positivi: i protocolli e le attenzioni sono sempre valide.
Esperienze positive durante l'emergenza da potenziare? 
La telemedicina. Ad esempio a luglio abbiamo sperimentato con cinque pediatri un'App, che nessuno in Italia ha, e che consente un canale diretto medico-famiglie. La estenderemo a più persone. Poi le televisite, un'opportunità per la seconda ondata visto che nel picco dell'emergenza il 30% delle visite venivano fatte così, e anche il teleconsulto, ovvero il medico di fiducia che discute con uno specialista su un caso specifico: siamo arrivati a farne 250 alla settimane e spingiamo per incrementare perché potrebbe essere molto utile. 
Ottobre: bimbo si sveglia con 38 di febbre. Cosa succede? 
Si avverte la pediatra e lei saprà dire se è colpa di un dente o di un colpo di freddo. Lo si tiene a casa da scuola e si procede normalmente, valutando eventuali sintomi nei genitori. Anche perché i bambini in inverno la febbre la avranno anche otto volte.

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