Sedicenne trentina in comunità: per mesi ha picchiato e derubato la madre per comprare droga

Una ragazza sedicenne trentina è stata trasferita in una comunità, dove rimarrà per i prossimi tre mesi, perché ha più volte malmenato la madre, fino a provocarle anche il ricorso a ripetute cure mediche in ospedale, dove è stata quattro volte da gennaio a giugno. È stata la donna, esasperata ed impaurita per le vessazioni fisiche e psicologiche subite, a raccontare alle Polizia le aggressioni di cui è stata vittima, iniziate circa un anno fa.

A nulla sono valsi gli interventi degli assistenti sociali, così come degli psicologici, incaricati dal Tribunale per i minorenni di Trento, che hanno constatato un’assoluta volontà di sopraffazione della minore nei confronti del genitore. Vista l’escalation di violenze rilevate nel corso delle indagini, l’autorità giudiziaria minorile ha disposto che la ragazza fosse trasferita in una comunità per seguire dei programmi educativi e attività di studio finalizzate al suo recupero.

Nel corso di un’audizione, la ragazza ha ammesso di essere consapevole della pericolosità dei suoi comportamenti nei confronti della madre. Ma allo stesso tempo non ha mostrato alcuna volontà di interrompere le aggressioni fisiche e psicologiche.

La madre, agli investigatori della Squadra Mobile di Trento, ha raccontato di essere stata costretta dalla figlia, sotto la minaccia di aggressioni anche con oggetti contundenti, quali delle forbici, a consegnare, in più occasioni, a quest’ultima denaro per acquistare sostanza stupefacente. Inoltre, più volte, la ragazza, senza alcun preavviso ed in spregio alle raccomandazioni ricevute, ha trascorso la notte fuori di casa, senza indicare con chi e dove si trovasse.

A gennaio la donna è stata aggredita dalla figlia che le ha provocato una contusione ad un braccio guaribile in venti giorni. Allo stesso modo nel mese di marzo, in pieno lockdown, la donna è stata schiaffeggiata dalla minore. La donna è dovuta ricorrere altre due volte alle cure mediche ospedaliere, ad aprile e giugno.

Nel primo episodio, la donna, nel corso dell’ennesimo litigio con la figlia, sorto per l’insofferenza della ragazzina a sottostare a qualunque regola, è stata spinta, cadendo così dalle scale della propria abitazione, procurandosi uno stiramento della gamba, guaribile in cinque giorni. Nel secondo episodio, la donna è stata colpita alla testa con un oggetto, che le ha provocato un trauma guaribile dieci giorni.

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