I trentini e l'azzardo legale: in un anno giocato mezzo miliardo di euro

di Sergio Damiani

Sono sempre di più gli italiani - e tra loro i trentini purtoppo non fannno eccezione con i 521 milioni di puntate fatte nel solo 2019 - che pensano di dare una svolta alla loro vita grazie al gioco d’azzardo. La svolta talvolta arriva, ma molto spesso è in negativo: prigionieri di slot machine, videopoker, gratta e vinci e altre amenità che fanno ingrassare l’erario spesso a scapito delle famiglie dei giocatori, costrette ad affrontare il dramma della ludopatia. 

I dati 2019, resi disponibili in questi giorni dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, mostrano un vero e propio boom del gioco d’azzrdo on line: non serve neppure più andare in sala giochi. Per puntare (e spesso perdere) somme ingenti si può rimanere anche comodamente a casa propria, connessi attravveso computer o anche smartphone ai siti dedicati al gioco.

Il volume di denaro giocato in Italia nel 2019 è aumentato del 3,5%, attestandosi sul valore record di 110,5 miliardi di euro. La “raccolta” pro-capite (calcolata sulla popolazione maggiorenne residente in Italia) è pari a 2.180 euro.
Aumentano anche la “spesa” (cioè l’ammontare delle perdite) che tocca quota 19,5 miliardi (+3%) e gli “incassi erariali” (cioè la somma che entra nelle casse dello Stato) che raggiungono 10,6 miliardi (+2%).
In Trentino Alto Adige l’ammmontare delle puntate su rete fisica l’anno scorso ha sfiorato quota 1,2 miliardi di euro. Sono sempre di più i giocatori che scommettono online. Queste giocate raggiungono ormai circa un terzo delle puntate totali con un incremento del 16% rispetto all 2018 (percentuale che sale al 70% se si condiderano gli ultini 4 anni).

I dati del consumo pro-capite di gioco d’azzardo legale, calcolato sui giochi presenti sulla rete fisica (escluso dunque l’online), tenendo conto della popolazione maggiorenne residente vedono la nostra regione all’11° posto con una spesa di 1.353 euro pro capite (in testa, primato negativo, si trova l’Abruzzo con 1.770 euro giocati in media procapite, in coda con 879 euro pro capite c’è la valle d’Aosta).

Vediamo nel dettaglio su quali giochi i trentini, o meglio i residenti nel Comune di Trento, rischiano di bruciare i loro risparmi (i dati non comprendono il gioco online i cui valori disaggregati per Comuni sono ancora in fase di elaborazione). In città e dintorni nel 2019 sono state fatte puntate per 169 milioni di euro, la vincite hanno superato i 130 milioni di euro; l’erario ha incassato in totale 22 milioni di euro. Le slot machines restano intramontabili: le Awp (anche dette New Slot o Apparecchi Comma 6a) sono apparecchi elettronici che erogano vincite in denaro. Il costo massimo di una giocata è di 1 euro, ma a furia di inserire monete si rischia di dilapidare una fortuna. Le vincite, computate dall’apparecchio in modo non predeterminabile, non devono risultare inferiori al 70% delle somme giocate all’interno del ciclo che varia da 14.000 a 140.000. A Trento le giocate con queste “macchinette mangiasoldi” nel 2019 hanno sfiorato i 50 milioni di euro (e 33 milioni di vincite). Vanno forte anche le puntate al Bingo (4,9 milioni di euro e 3,5 di vincite). Per le lotterie istantanee, cioè i cosiddetti “gratta e vinci”, gli abitanti di Trento hanno speso 15 milioni di euro (la vincite sono state pari a circa 10 milioni). Intramontabile rimane anche il Lotto con puntate di 9,4 milioni di euro ( e vincite per 6,3 milioni). Per conquistare un ricco jackpot al Superenalotto sono stati puntati a Trento 2,5 milioni (con vincite per un milione). Chi ha accarezzato la speranza di cambiare vita attraverso un “Win for life” (che ai più fortunati distribuisce una rendita ventennale) ha puntato 152 mila euro ricevendo vincite complessive per 48 mila euro. Sono tutti dati che confermano come la dea della fortuna non sia bendata, ci vede benissimo perché il gioco d’azzardo è congegnato per far vincere lo Stato lasciando a tasche vuote la maggioranza dei giocatori.

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