Pronte le scuole del Nuovo Mondo Alle Bellesini i banchi come astronavi per esorcizzare il pericolo Covid

di Giorgio Lacchin

Una flotta di piccole astronavi è parcheggiata nella classe terza delle scuole elementari Bellesini. La maestra ha pensato: c’è il Covid?, il distanziamento? E noi giochiamo con lui!, lo esorcizziamo.

I banchi si guardano a due a due, appoggiati l’uno all’altro, ma in mezzo c’è un foglio di plexiglass incorniciato da un foglio di carta in alluminio.
Il plexiglass è infilato nel cartone che arriva fino a terra. Ed è come se il bambino, seduto al proprio posto, stesse pilotando un’astronave e dall’altra parte del vetro vedesse il copilota, tutt’e due lanciati verso un nuovo mondo, una nuova avventura.

La scuola di oggi è un mondo nuovo per davvero. «Quest’anno in terza leggeranno il libro C’è un ufo in giardino», spiega Antonella Carner, coordinatrice della scuola, «e alla maestra è venuta l’idea delle astronavi. Lunedì partiremo per un viaggio diverso da tutti gli altri ma siamo pronti».

L’edificio ospita 12 classi: terza, quarta e quinta delle elementari Bellesini (prima e seconda sono alle Schmid), due classi Montessori e 7 delle medie Manzoni. In ogni aula stanno al massimo 20 alunni, nelle tre classi Bellesini non più di quindici.
«Sono arrivati i termoscanner!», annuncia una voce in fondo al corridoio. «Andiamo a vedere?», interroga la coordinatrice. «Andiamo».

Due termoscanner, perché gli ingressi sono due. Ecco il pilastrino: in cima il misuratore della temperatura.
Lo studente avvicinerà il polso e sul display compariranno i tre fatidici numeretti.

«La scuola comincia e speriamo possa proseguire regolarmente», sospira Carner. «Abbiamo lavorato così tanto! Guardi qui», e siamo in un’altra aula, «fino all’anno scorso i bambini condividevano il materiale, adesso invece ognuno ha il proprio. Vede? Su ogni banco c’è un contenitore in plastica trasparente, e dentro ci sono matite, penne, temperamatite, gomma e alcune bustine di tè». Perché il tè? «Alle tre avevamo il rito del tè: ora non si potrà più fare». Le bustine affinché non dimentichino. Perché un giorno si possa ancora.
Al telefono la voce pacata di Paolo Andrea Buzzelli. È il dirigente di Trento 7, l’Istituto comprensivo che raggruppa cinque scuole: quattro elementari e una media. Fanno 1.300 bambine e bambini.

Lunedì mattina l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti e il dirigente generale del Dipartimento, Roberto Ceccato, verranno proprio qui per inaugurare l’anno scolastico: alle 9 alle elementari Sant’Anna, alle 9.30 alle elementari Pigarelli (il governatore Fugatti e la sovrintendente Sbardella saranno all’Istituto comprensivo di Avio).

A proposito. Adesso è ufficiale: da quest’anno il nome completo è Istituto comprensivo Trento 7 Rita Levi Montalcini, in omaggio alla celebre neurologa, premio Nobel per la medicina nel 1986.

«Ci siamo attenuti rigorosamente alle disposizioni sanitarie e del Dipartimento», scandisce Buzzelli, «tutto è pronto, tutto funziona. Abbiamo istruito i docenti sulla procedura da seguire per l’ingresso e l’uscita degli studenti».

Alle Sant’Anna ci sono tre ingressi; l’anno scorso uno solo. Alle Pigarelli addirittura cinque perché gli alunni sono 329 contro i 221 delle Sant’Anna.
E a ciascun ingresso un termoscanner.
In ogni scuola è stato ricavato uno spazio Covid dove il bambino sosterà in attesa che il familiare venga a prenderlo.

«Abbiamo posizionato i banchi», spiega Buzzelli, «e sul pavimento i nastri d’identificazione della posizione. Non abbiamo dovuto dividere i gruppi classe, se non in un caso: a Meano».

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