Scuole, assembramenti alla fermata dei bus a Port'Aquila e troppi studenti incuranti delle regole di prevenzione

di Nicola Maschio

È cambiato tutto, ma non è cambiato nulla. Il primo e tanto atteso giorno di scuola è arrivato, con annesso il primo trasporto degli studenti in modalità covid.

O meglio, sulla carta è così che sarebbe dovuta andare. Di contro, tuttavia, è bastato soffermarsi una mezz'oretta alla fermata di Port'Aquila in piazza Venezia, a Trento, probabilmente la più frequentata insieme a quella di piazza Dante, per capire che il trasporto, fondamentalmente, non è poi variato di molto se non per la scritta "Posti esauriti" sul display luminoso che riporta il numero della tratta.

Se dalle ore 7 alle 7.20 circa di ieri corriere e autobus non hanno dimostrato infatti problemi di spazio, nell'orario più "caldo" (ovvero quello tra le 7.30 e le 7.40), quando anche in una volta sola si sono visti arrivare in contemporanea fino a cinque o sei automezzi, il meccanismo si è in parte inceppato. Alcuni autobus sono arrivati infatti pieni, con i ragazzi in piedi a pochissima distanza tra loro, seppur muniti di mascherina.

Già, la mascherina, strumento definito indispensabile per fronteggiare l'emergenza Covid ma che, in poco meno di un istante, non appena messo piede a terra i ragazzi fanno scomparire. Alcuni la fanno scivolare sotto il mento, altri la piegano e la mettono in tasca, qualcuno quasi si dimentica di averla indosso una volta sceso dal mezzo ma, con una risata, se la leva immediatamente quando altri glielo fanno notare.

Ovviamente, il fatto di restare senza dispositivo di protezione non rappresenterebbe un problema se, di contro, venisse osservato l'altro principio cardine anti-contagio, ovvero la distanza interpersonale. Impossibile da mantenere, almeno alla fermata di piazza Venezia, luogo in cui confluiscono i trasporti da moltissime parti del nostro territorio, da Pergine a Levico, da Civezzano a Borgo.

I numerosi flussi di studenti infatti creano, ad intervalli di tempo scanditi dall'arrivo dei mezzi di trasporto, un vero e proprio "fiume umano" di persone, con alcuni ragazzi che per farsi largo devono stringersi e infilarsi nella folla.

Se dunque in molti casi, soprattutto sulle corriere, i regolamenti sui posti disponibili sembrano essere stati prevalentemente rispettati, per alcuni autobus (soprattutto quelli provenienti dalla zona collinare) il problema si è rivelato un po' più serio del previsto.

Inoltre, come forse prevedibile già da prima dell'inizio dell'anno scolastico, la componente giovanile pesa particolarmente: alla quasi totale assenza di mascherine vanno infatti sommati i baci, gli abbracci e le strette di mano tipiche del rientro a scuola, dopo che per molto tempo non si sono visti i compagni di classe e gli amici di sempre.

Situazione invece completamente opposta alla stazione delle corriere in piazza Dante, dove un maggior numero di vigilanti ha monitorato il deflusso degli studenti una volta arrivati alla fermata. Indicazioni specifiche sui percorsi da seguire, monitoraggio della distanza di sicurezza interpersonale e controllo ferreo rispetto alla mascherina, che le forze dell'ordine hanno fatto tenere ai viaggiatori (studenti e non) fino all'uscita della stazione.

In questo modo, hanno spiegato gli addetti ai lavori, il primo giorno di scuola e il maggior traffico delle corriere è stato gestito con ottimi risultati, riscontrando inoltre la piena partecipazione dei ragazzi.

In sintesi, due lati molto diversi di una stessa medaglia: se da una parte i trasporti si sono dovuti adattare all'emergenza covid, dall'altro occorrerà che i ragazzi stessi capiscano la necessità di seguire comportamenti che, si spera, potranno garantire un proseguo in sicurezza dell'anno scolastico.

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