Università in presenza a Trento? «Solo per pochi», denuncia Udu

Trento si svuota. «Non vogliamo dire che ve lo avevamo detto, ma?» scrive UDU Trento sul proprio profilo Instagram, denunciando il drastico calo della presenza di studenti nella nostra città.

Un mese fa circa le prime avvisaglie: poche domande da parte dei fuori sede, molti dei quali sembrava avessero già deciso di non rientrare a Trento dato che, come spiegato da tanti di loro, nonostante le prime rassicurazioni del Rettore dell'Università Paolo Collini in merito alle lezioni in presenza, queste ultime non saranno invece possibili. O meglio, sarà concesso di accedere alle aule solo agli studenti del primo anno, mentre per tutti gli altri si procederà con la didattica a distanza. Questa la sentenza per tutto il primo semestre, in attesa di scoprire cosa riserverà il futuro all'Ateneo trentino e, soprattutto, quali saranno le evoluzioni rispetto al Covid-19.

Così, lentamente e (quasi) inevitabilmente, Trento si è svuotata lasciando i locatori in una situazione di vera emergenza. Quasi 5 mila gli studenti che non rientreranno nel capoluogo in questi iniziali mesi accademici, causando una notevole quantità di «danni»: il primo, nei confronti di coloro che hanno investito sugli appartamenti da destinare a studenti; il secondo, relativo all'economia cittadina, che perderà la presenza degli universitari e di tutte le entrate ad essi correlate.

«Sta emergendo un problema gravissimo, con tantissimi immobili vuoti e l'incertezza degli studenti in merito alle lezioni - ha spiegato Severino Rigotti, presidente provinciale della Federazione Italiana Mediatori e Agenti d'Affari. - Non si capisce per quale motivo solo le matricole potranno seguire i corsi in presenza. Parliamo di circa 3 mila studenti, ma comunque non tutti vengono da fuori provincia e quindi, complessivamente, sul mercato si perderà il 50% dei posti disponibili. Nonostante il Rettore avesse aperto alla possibilità di rivalutare la frequenza degli universitari, ad oggi questo non è successo e le alternative, per i possessori degli appartamenti, non sono molte. Se non si affitta a studenti bisogna orientarsi ad altro, ma parliamo di persone che per comprare questi alloggi hanno aperto mutui e stanno sostenendo costi, quindi il problema è molto più ampio».

A gettare ulteriore benzina sul fuoco, sembra essere in corso una vera e propria «guerra» tra Università: le strutture del sud, aggiunge infatti Rigotti, stanno al momento offrendo prezzi e scontistiche particolari per convincere i ragazzi fuori sede, prima indirizzati a Trento, a proseguire il percorso di studi presso altre sedi più vicine a loro.

«Va detto che i ragazzi cambiano città per vivere da soli, creare nuove relazioni e amicizie, sperimentando una vita nuova - ha concluso il presidente. - Tuttavia, non possiamo ignorare questa situazione: chi scegli Trento lo fa per via della qualità eccelsa, entro il secondo semestre servirà trovare una soluzione a tutti i costi, perché proseguire così è impossibile». L'unica certezza, al momento, sembra essere quella che in futuro la vita dei fuori sede non sarà comunque quella di prima.

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