Aperture domenicali, è pronta una valanga di ricorsi

di Francesco Terreri

Giovedì prossimo, 24 settembre, il Tar di Trento risponderà all'interpello della Provincia sull'interpretazione dell'ordinanza dell'11 settembre che accoglie due ricorsi contro la chiusura festiva dei negozi. Finora la sentenza, che sospende la delibera della giunta sull'individuazione dei comuni turistici e rimanda alla Corte Costituzionale il giudizio sulla legge, è stata interpretata nel senso che possono aprire di domenica solo i due ricorrenti, cioè lo Shop Center Valsugana e il Centro Europa a Civezzano, che quindi, oggi, sono di nuovo aperti. Piazza Dante frena su un'intepretazione più estensiva, mentre le categorie chiedono la riapertura generalizzata. Qualcuno osserva che, passata la campagna elettorale, la giunta Fugatti potrebbe mostrarsi più flessibile. Una cosa però tutti la sottolineano: se giovedì restassero le chiusure, partirà una valanga di ricorsi da parte degli operatori locali della grande distribuzione.

I negozi CasaTua, la catena di arredamento del gruppo Paterno, oggi sono aperti, pur avendo sede a Trento e Rovereto, dove la domenica il commercio al dettaglio chiude in base alla legge provinciale. «Apriamo regolarmente perché i beni per la casa sono tra le attività in deroga - spiega Mirco Paterno , direttore affari generali del gruppo - Anzi, dobbiamo spiegarlo perché molti non sanno che ci sono queste eccezioni». Ma è una magra consolazione: 8 negozi Eurobrico in Trentino restano chiusi. 

«Sono chiusi i centri commerciali, dal Top Center al Bren Center, dal Millennium di Rovereto al nostro Le Valli di Borgo Valsugana - dice Paterno - Per noi e per molti altri, come l'elettronica, domenica è il primo giorno della settimana per vendere. I danni delle chiusure sono enormi». Il fatturato del gruppo Paterno nel 2019 è pari a 152 milioni di euro, di cui 90 milioni dai negozi Eurobrico. Di essi, una parte viene ottenuta fuori provincia. Ma la parte festiva trentina vale diversi milioni di euro l'anno. «Perciò ci siamo già attivati con i legali per fare ricorso» precisa Paterno. I maggiori gruppi locali della grande distribuzione, sia alimentare che non alimentare, si sono confrontati e l'atteggiamento sarà simile: si prepara una valanga di battaglie legali. 

«Speriamo che la Provincia il problema a questo punto se lo ponga» osserva Luca Picciarelli , direttore generale di Sait, il consorzio della cooperazione di consumo. «L'interpretazione stringente della sentenza del Tar vale per i due ricorrenti, ma a questo punto chiunque altro potrebbe fare altrettanto. La genesi della sentenza dovrebbe portare ad aprire». Sait non ha ancora avviato l'iter per il ricorso. «Un pensiero ce l'abbiamo fatto tutti. Mi rifiuto però di pensare che la Provincia non interpreti nel senso dell'apertura».

In attesa di giovedì sono anche il gruppo Poli, che ha potuto riaprire a Pergine e Civezzano ma non altrove, e Dao-Conad. «È paradossale che la sentenza valga solo per i ricorrenti, è distorsivo della concorrenza - sostiene il direttore Dao Alessandro Penasa - Valuteremo anche noi il ricorso, anzi qualcuno pensa anche all'indennizzo. Speriamo che, uscendo dalla campagna elettorale, si apra un confronto più sereno».

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