Tommaso Calarco, il fisico da Rovereto a Colonia, a fare il super-computer quantistico

di Domenico Sartori

«Mister miliardo» diventa consulente di Angela Merkel. Tommaso Calarco, da Colonia, dove dal 2018 dirige il “Peter Grünberg Institut Forshungszentrum Jülich”, classe 1969, fisico di Rovereto, sorride ancora quando ancora lo si definisce “Mister miliardo”. Ma tant’è. È lui che, nel 2017, è riuscito a convincere la Commissione europea ad investire (500 milioni direttamente, altrettanti attraverso gli Stati membri) 1 miliardo di euro nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie quantistiche. Ed oggi è referente della Flagship relativa, da dove passano i finanziamenti del settore, nelle vesti di presidente del Quantum community network.

A fine 2017, era dato per certo il suo ritorno in patria. Calarco sarebbe dovuto diventare direttore del Centro Q@Tn costituito da UniTn, Fbk e Cnr. L’operazione non andò a buon fine, Provincia e UniTn non riuscirono nell’intento e il fisico roveretano, tra le tante offerte, accettò quella di Colonia, lasciando, dopo dieci anni, il Centro per le scienze e le tecnologie quantistiche di Ulm. E il Centro è ancora in attesa di un direttore.

La lettera del ministro capo della Cancelleria della Merkel, Helge Braun, gli è arrivata ieri l’altro. Lo invita a partecipare ad una commissione di esperti che aiuterà il governo ad elaborare una roadmap nazionale in materia di “Quantencomputing” per rendere la Germania in grado di competere ai massimi livelli mondiali nel settore. Che è tra i più promettenti: è uno dei filoni che saranno finanziati dal Recovery Fund eurepeo, per la ridefinizione di un modello di sviluppo economico nel post-Covid. I tedeschi sono pragmatici e nella commissione, accanto a ricercatori come il cervello in fuga non rientrato, Tommaso Calarco, ci sarà anche, per esemplificare, l’amministratore delegato di Bosch.

Se l’aspettava, la nomina, professor Calarco?
«Per certi aspetti, sì, dato che da anni sono impegnato nella commissione consultiva del Ministero della ricerca. La finalità è rendere la Germania più competitiva».

Nell’ambito delle tecnologie quantistiche, l’Italia a che punto è?
«A livello di competenze e ricerca non è seconda alla Germania. Vi sono belle esperienze, ed il Cnr ha deciso di investire molto in particolare nella simulazione quantistica. La differenza importante sono i finanziamenti, che in Germania sono molto più alti. Resta un mistero, per me, capire come l’Italia possa esprimere un buon livello nella ricerca di punta pur avendo così poche risorse...».

C’è solo da sperare che cambi marcia...
«Due settimane fa, al Forum europeo di Trieste, è intervenuto il capo del governo Conte, in una videoconferenza per la prima volta fatta con tecnologie quantistiche. Ha detto con chiarezza che l’Italia vuole utilizzare le risorse del Recovery Fund per investire in questo settore. E la stessa cosa mi ha ribadito, in un colloquio, il ministro Patuanelli (sviluppo economico, ndr)».

Ha mantenuto contatti con il Laboratorio Q@Tn nonostante il suo “tradimento”?
«Sì, certo, in due direzioni. Sono membro del comitato scientifico e, inoltre, posso dire che Centro Q@Tn è riusciuto a inserirsi in tre progetti della Flagship europea: uno sulla cybersecurety e due sui simulatori quantistici. È tantissimo, se si pensa che università più grandi si sono fermate a uno».

La Provincia di Trento intende investire sul “supercomputer” e vuole accedere a 30 milioni del Recovery Fund. Che ne dice?
«Ho incontrato l’assessore Spinelli un paio di volte e ho capito che questa è l’intenzione. Sono stato anche invitato a visitare le gallerie di Mollaro della Tassullo, che potrebbero essere utilizzate per dislocare server, computer, attrezzatura... Mi è stato chiesto se avrebbe senso farlo».

E la sua risposta qual è?
«Positiva, sicuramente. C’è una temperatura controllata, è un sito protetto, senza vibrazioni... Ma ho raccomandato di operare congiuntamente con il Centro Q@Tn: credo che il confronto sia già aperto».

Che sviluppo prevede per le tecnologie quantistiche?
«Il primo, in fase avanzata, è il progetto di una infrastruttura europea di cybersecurity quantistica, e in questo il Trentino, con Q@Tn, potrebbe avere un ruolo di cerniera tra Italia e Paesi del nord. Qui le tecnologie sono già disponibili. La seconda sfida è come sviluppare il computer quantistico e lavorare sui simulatori, ambito in cui Trento è tra i protagonisti..».

Supercomputer quantistico che ancora non c’è...
«Google ha realizzato un computer con 53 qbit (il bit quantistico è l’unità di informazione quantistica, ndr). Ibm, due giorni fa, ha annunciato che entro due anni arriverà a mille qbit, ma è tutto da vedere. In Germania c’è l’obiettivo, presso il mio centro, di arrivare ad un computer da 20 qbit entro l’anno e, al Max Planck di Monaco, ad un simulatore di oltre 100 qbit».

Con quale coinvolgimento dell’industria?
«In questo momento mi sto occupando della creazione del Quantum industry consortium. Nei giorni scorsi abbiamo tenuto una riunione con più di 150 rappresentanti di industria».

Anche italiani?
«Sì, di Telecom, Italtel, Smt Electronics, Leonardo, startup... Per sviluppare la roadmap per la piattaforma europea della cybersecurity, il coinvolgimento dell’industria è fondamentale».

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