Covid, balzo in Trentino 59 positivi ai tamponi e 17 a test rapidi Aumentano gli over 70 contagiati, 40 le classi in quarantena L'appello a rispettare con cura tutte le regole di prevenzione

Balzo significativo dei contagi da nuovo coronavirus in Trentino: quelli rilevati oggi sono 59, certificati dal tampone molecolare, cui vanno affiancati altri 17 rilevati con test rapidi antigenici e la cui positività, però, prima di diventare formalmente valida dovrà essere confermata dalle analisi con il metodo richiesto dall’Istituto superiore di sanità.

«Ieri spiega la Provincia - sono stati analizzati ben 2.731 tamponi tradizionali (1.159 all’ospedale Santa Chiara e 1.351 nei laboratori Fondazione Mach) portando la cifra complessiva a 246.265 test effettuati dall’inizio della pandemia. Sale anche il numero dei tamponi per antigene che nella giornata di ieri sono stati 221.

Il report del ministero della salute, diffuso alle 17,  indica un altro salto anche dei contagi a lievello nazionale, dopo l'impennata di ieri: oggi sono 4.458, con un numero maggiore di test effettuati (128.098) rispetto a ieri (3.678 su 25.000 tamponi).

Stabile in Trentino il numero dei pazienti in ospedale, 18, nessuno dei quali ha bisogno delle cure in terapia intensiva.

Le persone in isolamento domiciliare sono 672, il totale dei positivi attuali 690 (quello dei dimessi guariti 5.259). Le positività accertate sono 3.820 da casi da sospetto_diagnostico e 2.535 da_screening (totale 6.355).

«Tra i positivi di oggi - spiega ancora la Provincia - ci sono anche 9 minorenni (4 con meno di 5 anni di età, ed altri 5 fra i 6 ed i 15 anni); cresce - e questa tendenza deve richiedere un surplus di atteggiamenti responsabili a protezione degli anziani - il numero dei positivi over 70: oggi risultano essere 10.
Sul fronte dei ricoveri ospedalieri, i pazienti sono 23, nessuno dei quali in rianimazione.

L’attenzione rimane molto alta nei confronti delle rsa e delle scuole. Nel primo caso, l’Azienda sanitaria fa sapere che ci sono tre operatori collegati al focolaio di Montagnaga di cui si è data notizia nei giorni scorsi fra i positivi contati oggi, mentre le classi per cui si è reso necessario l’isolamento sono diventate 40.

L’attività di monitoraggio prosegue anche nel settore della raccolta frutta: tra i numeri di oggi c’è anche un soggetto positivo che appartiene a questa categoria che finora è stata interessata da 3.507 test che hanno permesso di individuare 109 lavoratori positivi».

Giusto ieri, il direttore dell'Apss, Pier Paolo Benetollo, aveva spiegato il quadro attuale e la decisione di riaprire il reparto covid di Rovereto: «Avendo analizzato le curve di incidenza anche nelle diverse fasce di età, che presenta ora un primo aumento, dunque con crescita delle necessità di ricovero. Si tratta di un effetto a catena dei contagi fra persone più giovani, che via via si estendono nelle cerchie familiari.

Perciò si è fatta partire la seconda casella del nostro piano e per non rischiare di farci trovare impreparati, qualora fossero necessari in futuro altri posti letto covid, si è prevista la conversione del quinto piano dell'ospedale di Rovereto per dedicarlo unicamente all'assistenza di pazienti che necessitano terapie ad altà intensità. Ora trasferiremo in questo reparto i pazienti dai reparti malattie infettive.

Con questa mossa dovremmo esser ein grado di gestire un periodo abbastanza lungo e non mi aspetto di dover poi aprire altri reparti dedicati.

Per i pazienti che avessero bisogno di assistenza in terapia intensiva, si è lavorato per aumentare la disponibilità di posti in contesto di isolamento. Ma al momento non ci sono malati in rianimazione, abbiamo quindi margine ampio e solo in futuro sapremo se ci sarà necessità di convertire un reparto in terapia intensiva. Se dovesse rendersi necessario dipenderà dai comprotamenti dei cittadini nelle prossime settimane. Se le persone restano a più di un metro e mezzo di distanza e se non è possibile utilizzano la mascherina, il contagio non avviene. Se le persone utilizzano questo rinforzo di attenzione, in particolare quando sono fuori di casa, il virus non si trasmette. E facendo attenzione fuori casa il virus resta fuori anche dalle pareti domestiche».

Benetollo ha fatto un richiamo anche alla questione autobus, sottolineando che qui si tratta di essere responsabili nell'uso delle amscherine e nel distanziamento, non solo a bordo ma anche nelle fasi di attesa.

[nelle foto di Alessio Coser, alcuni momenti del primo giorno a Trento con l'obbligo di mascherina anche all'aperto]

comments powered by Disqus