Le "lettere dal fronte" premiano il liceo Prati

Una lettera dal fronte del bisnonno Guido Angheben, originario di Vallarsa, papà della nonna di un alunno di seconda liceo, Nicola Angheben, di Trento, ha dato lo spunto. Un video di 6 minuti sulla assurdità e durezza della prima guerra mondiale realizzato da un gruppo interclasse del Liceo Classico Giovanni Prati di Trento ha vinto il premio per le scuole 2020 del "Memoria in corto Film Fest" a Crema.

 

Sabato scorso la premiazione, con una delegazione di ragazzi del Prati a ritirare il premio.
Al video, girato e montato con la consulenza di Andrea Tombini e Diego Busacca, videomaker trentini, e sotto il coordinamento del docente del Prati Stefano Stefanini, i ragazzi, una ventina, tutti del triennio, si sono impegnati nella ricerca storica, nella stesura dei testi, dello storyboard, hanno imparato le parti e le spiegazioni. Ragazze e ragazzi che lo scorso febbraio, poco prima che il Coronavirus spostasse le lezioni sulle piattaforme digitali, hanno anche prestato volto e voce al racconto «Lettere dal fronte», che ha vinto il premio. La consulenza storica è stata della Fondazione Museo storico del Trentino. L'ambientazione scelta per il racconto sono state le trincee e le postazioni del Monte Celva, tra Povo e la Valsugana, oltre ai cannoni sulla spianata del Doss Trento. Un video capace di ricordare i soldati trentini caduti con indosso la divisa austroungarica, a lungo dimenticati, e che ha convinto la giuria.

Un progetto nato in seno a un'esperienza di alternanza scuola-lavoro. Oltre alla lettera del bisnonno Pietro sono stati utilizzati materiali d'archivio raccolti dal Museo storico. «I nemici da lontano sembrano cose buffe - scrive un soldato trentino al fronte in una lettera utilizzata per il video - e ti vien voglia di sparare. Da lontano non si vede che sono uomini che come noi vogliono tornare a casa dai loro affetti». «Qui al fronte si vive in un'aria di morte - un altro passaggio - e che bella la vita di campagna e l'aria dei nostri monti». La sorella di Guido, Olivia, scriveva al fratello: «Conserverò le tue lettere come gemme, testimoni degli sforzi che fai». Lettere arrivate fino al bisnipote Nicola, che commenta: «Che fosse venuto un bel lavoro lo sapevamo, ma certo non ci aspettavamo di vincere. Per fortuna quel contesto di divisioni e contrasti che caratterizzava il Trentino di oltre un secolo fa sembra lontano. Penso e spero che oggi non si rifarebbero quegli errori che hanno distrutto territori, famiglie, intere economie».

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