Dal primo marzo al 31 agosto morti 2.900 anziani Più 32% sulla media degli ultimi 5 anni in Trentino

Più 32% sulla media degli ultimi 5 anni in Trentino. Aumento legato per 2/3 al Covid, il resto da verificare

di Francesco Terreri

Dal 1° marzo al 31 agosto di quest'anno in Trentino sono morte 2.883 persone con più di 65 anni. Non è un numero normale.

La media di decessi negli stessi sei mesi degli ultimi cinque anni, dal 2015 al 2019, è di 2.176 morti ultrasessantacinquenni. Quest'anno la mortalità è aumentata di qualcosa come il 32,5%, ci sono stati cioè 707 decessi in più della media. Ovviamente pesa l'epidemia di Coronavirus, che colpisce soprattutto le persone anziane. Ma il numero complessivo di morti per Covid-19 supera di poco i 500 e non tutti sono anziani. In sostanza, ci sono almeno 200 decessi in più non spiegati, almeno ufficialmente, con la pandemia.

I dati della mortalità per tutte le province e i comuni italiani aggiornati ad agosto sono stati appena pubblicati dall'Istat. Considerando l'intero periodo gennaio-agosto, i morti in Trentino sono stati 4.076 rispetto ai 3.432 dello stesso periodo dei cinque anni precedenti. Come spiega l'Istat, è da marzo che si rileva una importante «rottura» della tendenza alla diminuzione della mortalità riscontrata nei primi due mesi dell'anno. Da noi si passa dai 461 morti di gennaio e 454 di febbraio ai 753 di marzo e ai 772 di aprile, per poi tornare ai 437 di maggio e ai poco più o poco meno di 400 nei mesi estivi.

Tra marzo e agosto i decessi complessivi sono 3.161. Le quasi 2.900 morti di persone con 65 anni e più sono quindi il 91% del totale. L'Istat dà anche il dettaglio per fasce di età. Tra 65 e 74 anni sono decedute 372 persone, 52 in più della media degli anni precedenti pari al +16%. Tra 75 e 84 anni sono morti 809 anziani, 167 in più con un incremento del 26%. I decessi di 85enni e di età superiore sono invece 1.702, cioè 488 in più con un balzo del 40%.

I 707 anziani morti in eccesso rispetto alla media sono il 99% dei decessi complessivi in più. Tra loro, oltre ai morti per il virus, potrebbero esserci persone con altre gravi patologie dove l'infezione da Sars-Cov-2 non è stata riconosciuta come decisiva nella morte. Potrebbero essere anziani morti a casa dove il contagio non è stato neanche individuato. O, peggio ancora, potrebbero essere persone malate di patologie diverse dal Covid-19 a cui nelle settimane peggiori dell'emergenza sanitaria non si è riusciti a dare assistenza sufficiente.

Nel dettaglio della mortalità per comune, spiccano gli enormi incrementi in piccoli centri, anche se i numeri assoluti restano bassi. Da marzo ad agosto i morti di 65 anni e più a Tenna sono quintuplicati da 2 a 10. Quadruplicano i decessi a Capriana, da 2 a 8, a Dambel, da 1 a 4, a Stenico, da 4 a 15. Triplicati i casi a Pellizzano, da 6 a 18, a Bondone, da 3 a 8, a Ronzo Chienis, da 3 a 8. Poi ci sono le tante località dove gli anziani morti quest'anno in sei mesi sono raddoppiati rispetto alla media dei cinque anni precedenti.

Qui cominciamo ad incontrare centri maggiori. Ad Arco la mortalità degli anziani è passata dai 73 casi medi del 2015-2019 a 140 casi, con un incremento del 92,8%. A Dro si sale da 16 a 36, +127,8%. A Lavis i decessi passano da 32 a 62, con un'impennata del 92,5%. A Levico i casi crescono da 31 a 56, +81,8%. A Storo passano dai 19 di media a 37, +98,9%.
Tra le città, Trento limita (si fa per dire) l'aumento al 20%: da 454 a 545 anziani morti. A Rovereto l'incremento è del 25,7%, da 175 a 220. A Riva del Garda si passa da 68 a 86, +26,5%. Con Pergine si torna ad un aumento del 49,5%, con i decessi che salgono da 80 a 119. Va meglio a Borgo Valsugana: +6,2%, da 29 a 31 morti. Ma ci sono anche molti centri in cui la mortalità cala. E perfino qualche isola felice dove tra marzo e agosto non è morto nessun anziano.

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