"Sono stato trovato positivo, ma poi nessuno mi chiama". E il dottor Ferro ci spiega perché

Molti trentini se lo chiedono: ma perché, dopo che sono stato trovato positivo con un test rapido, non vengo contattato da nessuno, nessuno contatta la mia famiglia, e se provo a chiamare al telefono l’Unità Emergenza Covid non mi rispondono? E poi, cosa succede a chi è positivo al test rapido: gli verrà fatto un tampone molecolare o no? E quando?

Ha risposto - ammettendo anche i problemi - il dottor Antonio Ferro, a capo del Servizio Prevenzione dell’Azienda Sanitaria, che ne ha parlato alla conferenza stampa “da remoto” di ieri con i giornalisti.

«La situazione epidemiologica è cambiata, abbiamo ora molti positivi, e molte segnalazioni anche dai medici di base. I positivi sono ora tanti, tantissimi. A tutti coloro che sono risultati positivi a un test rapido, ad esempio quelli fatti dalle aziende ai loro dipendenti, noi diciamo due cose.

La prima: è essenziale il quarantenamento immediato loro e dei loro familiari più stretti. Più riusciamo a bloccare la diffusione velocemente, e meno contagiati ci saranno.

Poi: i tamponi molecolari di conferma li facciamo dal decimo giorno in poi, per essere sicuri che il soggetto non abbia più il virus».

Rimane il nodo dei conteggi, del fatto che questi positivi rilevati con i tamponi rapidi, se poi si negativizzano al momento del tampone molecolare, finiscono per non essere mai conteggiati nelle statistiche dei positivi in quanto è stato lo stesso Ministero ad aver dato indicazioni di calcolare solo i tamponi molecolari. E non si tratta di numeri piccoli: si parla di almeno 200 positivi ogni giorno. E siccome su questi dati si decide se una zona è "rossa" o "gialla", è chiaro che la scelta non è da poco.

Il dottor Ferro ha ammesso: «Non corriamo più dietro a tutti, perché la situazione epidemiologica è molto complessa ed è cambiata». Invece «facciamo il tampone molecolare alle categorie essenziali: una volta la settimana a tutto il personale delle RSA, ad esempio, perché lì è importante non mettere a rischio gli anziani».

Ma quanto sono affidabili i «tamponi rapidi»? In marzo si diceva che lo erano scarsamente. «Posso dire che i casi accertati con test rapido, sono confermati al 95-98%» ha riferito Ferro.

Quanti test rapidi si fanno, ogni giorno, in Trentino? «Il nostro obiettivo era farne 1500 al giorno - ha detto il responsabile sanitario - ma non era previsto questo “shift”, con una diffusione molto più rapida di prima. E così ci piovono tantissime segnalazioni. faccio un esempio: lunedì scorso in un solo giorno abbiamo ricevuto 1200 segnalazioni di positività da medici di base, sulla nostra piattaforma Covid».

Ferro ammette poi un altro problema: «C’è ancora un numero importante di positivi che non ci arrivano in piattaforma: questi nessuno li chiama semplicemente perché nessuno ci ha comunicato che sono positivi, e noi non sappiamo che lo sono perché nessuno ce lo comunica. Questo è un problema, e stiamo cercando di risolverlo».

Come? Ad esempio «dal 27 ottobre - ha ricordato Ferro - quando si riscontra un tampone positivo da un esame fatto in azienda, da privati, diamo al soggetto un vademecum in cui gli spieghiamo cosa deve fare. Perché non è il tampone a essere salvifico, ma è la quarantena. Garantiamo che entro 10 giorni dal test positivo noi gli faremo un tampone molecolare. E se è ancora positivo, lo ripeteremo ogni 5 giorni fino al ventunesimo giorno. Trascorso il quale, se non ha sintomi, significa che ha una carica virale così bassa da non essere più pericoloso per gli altri».

Sul tema è intervenuta anche l’assessore Stefania Segnana, che ne aveva parlato poco prima in Commissione dei Capigruppo del Consiglio Provinciale, entusiasta di come il Trentino sia il più bravo di tutti. «Attualmente, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento riesce ancora, con delle oggettive difficoltà, a fare il ‘contact tracing’ dei contagi, mentre molte Regioni hanno già abbandonato in quanto l’elevato numero di contagi non permette più di riuscire a contattare tutti i positivi e i relativi contatti» ha detto.

A quanto specificato da Segnana, il Trentino è inoltre «l’unico territorio in cui vengono effettuati i tamponi rapidi antigenici nelle farmacie». Il servizio è attivo anche presso i medici di medicina generale, in libera professione (cioé a pagamento). Da questa settimana, l’applicazione «TreC_Fse» verrà implementata con una nuova funzione per la «prenotazione del tampone attraverso prescrizione medica dematerializzata».

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