Addio, dottoressa Marcolla: morta ieri sulla ferrata, era una mamma e persona splendida

di Daniele Ferrari

E' stata vittima di un brevissimo istante di relax, mentre percorreva la ferrata "Che Guevara" a Pietramurata: la dottoressa Federica Marcolla, di 32 anni, è precipitata in un tratto in cui era slegata, e non si è quindi trattato di un problema di materiali o di sicurezza del tracciato. Che comunque era chiuso con ordinanza del sindaco.

Non c’è stato scampo per la giovane, che ha perso la vita sotto gli occhi del compagno. La donna, che lascia un bimbo di 5 anni e una bimba di 2, è rimasta vittima della tragica caduta lungo un delle vie ferrate più note e frequentate in Trentino, ma allo stesso tempo lunga ed insidiosa sia per la friabilità della roccia che per le condizioni spesso mutevoli del suo tracciato.

«La ferrata Che Guevara è una delle più note e frequentate nel nostro territorio comunale ma spesso nasconde delle insidie visto la sua lunghezza e la necessità di trascorrere tante ore in parete», spiega il neo sindaco di Dro Claudio Mimiola: «Da alcuni anni nel periodo invernale viene chiusa al passaggio degli arrampicatori con apposta ordinanza visto il pericolo di caduta sassi e il terreno spesso insidioso e scivoloso. Anche quest'anno era già stato emanato il provvedimento, ma l’accesso alla via non può essere impedito o sorvegliato in continuazione. La perdita di una vita umana e di una giovane medico ci lascia grande dolore e sconcerto, ma forse era necessario una maggiore attenzione e conoscenza dei luoghi».

Federica Marcolla, originaria di Zambana dove vivono la madre e la sorella minore, viveva a Trento, nel quartiere della Bolghera e dallo scorso febbraio prestava servizio negli ambulatori di via Julg a Cognola e via delle Sugarine a Meano. Ed era apprezzatissima dai suoi pazienti per la sua competenza e per il carattere sempre sorridente e disponibile.

Ogni tanto noi amiche la prendevamo in giro: “Federica, con tutto quello che fai è come avessi il doppio della tua età”. La verità è che era semplicemente una persona eccezionale. E tutto le veniva bene, naturalmente». Riesce per un momento a sorridere Giulia Ferrari, una delle più care amiche di Federica Marcolla: il ricordo dei tanti momenti felici vissuti assieme è come un refolo di tepore in una giornata in cui è calato di colpo il gelo.

Il dolore degli amici e dei familiari è anche quello dei pazienti che Federica Marcolla seguiva, negli ambulatori di Meano e Cognola. Perché è vero: a lei riusciva tutto bene. Fin dai tempi del liceo: era uscita dal Prati con 100 e lode, aveva studiato medicina a Parma e dopo la scuola di specializzazione e la scelta di diventare medico di medicina generale aveva saputo raccogliere la fiducia di tanti pazienti.
Tutto senza tralasciare gli affetti: quello per la famiglia di origine, a Zambana dov’era cresciuta dopo aver perso papà Rolando e tornava regolarmente da mamma Luisa e dalla sorella minore Elena. E soprattutto quello per i suoi due figli, un bimbo di 5 anni e una bimba di 2. «Era una mamma attenta, affettuosa, presente nonostante i tanti impegni», ricorda ancora Giulia Ferrari. I piccoli ieri pomeriggio erano proprio con lei, assieme a suo figlio, coetaneo e molto legato al maggiore della dottoressa. Giulia ha saputo della tragedia dal padre dei due bambini, l’ex compagno di Federica.

La dottoressa si trovava in ferrata assieme all’attuale compagno: una giornata di relax per distrarsi dai ritmi pressanti ai quali anche i medici di famiglia sono sottoposti in questi mesi di pandemia.
La montagna era solo una delle tante passioni di Federica, assieme ai viaggi: «Era stata in mezzo mondo, era curiosa, appassionata nella sua voglia di conoscere luoghi, contesti, culture. Federica la vita la divorava», la ricorda ancora Giulia.

«Era una donna instancabile - aggiunge un’altra amica, Carol Paternoster, che di Federica Marcolla era anche collega - piena di energia e allegria ma allo stesso tempo rigorosa sul lavoro, ligia al proprio dovere di assistere i propri pazienti, e non solo i suoi. Era sempre pronta ad assistere chiunque ne avesse bisogno. Non è un caso avesse già tanti pazienti nonostante avesse iniziato tutto sommato da poco a lavorare come medico di medicina generale. Erano sicuramente pazienti fortunati, che non potranno che rimpiangerla».

La conferma arriva dalle tante testimonianze d’affetto che proprio i suoi pazienti ieri hanno affidato ai social, ricordando come Federica Marcolla fosse una dottoressa premurosa, attenta, sempre pronta a mettersi in gioco per approfondire le sue conoscenze in modo da poter offrire sempre la migliore assistenza possibile a chi si affidava a lei.
«Con lei - chiosa amaramente l’amica Giulia - se n’è andato anche un pezzo di cuore di tutti noi».

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