Domani a Trento l'addio a Piergiorgio Cattani

di Leonardo Pontalti

Domani, martedì, alle 14, l'ultimo abbraccio a Piergiorgio Cattani, 44 anni, notissima figura di giornalista, intellettuale e attivista politico trentino. 

Il funerale si terrà nella chiesa parrocchiale di Sant'Antonio.


Ha chiesto un caffé a mamma Maria Monica. Poi, ieri mattina, il cuore di Piergiorgio Cattani si è fermato.
La madre l'ha trovato senza vita quando, una manciata di minuti dopo, è tornata nella stanza del figlio, nella casa di famiglia di via Bolghera.
Cattani aveva 44 anni e fin da ragazzo, a causa della malattia degenerativa che minava il suo fisico, aveva saputo convivere con la precarietà. Così come i suoi cari: «Sapeva e sapevamo che le sue condizioni erano gravi. Che poteva succedere. Lui ha sempre accettato la malattia e non si scomponeva molto nel pensare a quello che prima o poi sarebbe successo», spiega la madre: «Ma quando succede davvero, si rimane sempre increduli. Ora qui c'è un grande vuoto».
Come quello che Piergiorgio Cattani lascia in tutti i numerosi ambiti in cui ha saputo lasciare il segno: quello culturale, politico, dell'associazionismo.

«Ha avuto la possibilità di condurre una vita ricca. Di grandi amicizie, di profonda conoscenza. Noi siamo sempre stati molto coinvolti da Piergiorgio: il dinamismo che ha sempre voluto coltivare con forza ha aiutato lui ad andare oltre la sua condizione non facile ed ha aiutato noi nello stesso modo.
Diplomatosi nel 1994 all'Arcivescovile a Trento, Cattani si era poi laureato in Lettere moderne nel 1999, frequentando anche l'Istituto di Scienze religiose per approfondire gli studi a carattere biblico, teologico e di scienze delle religioni. È in quegli anni che per Cattani inizia anche il percorso politico: si impegna nell'area cattolico-democratica ed entra nel Partito popolare e nella Margherita.


Tra il 2002 e il 2005 si laurea anche in filosofia, prima la triennale poi la magistrale. Nel frattempo, anche in politica come in tutti gli altri ambiti della vita, difende con puntiglio la coerenza delle proprie idee, senza lasciarsi andare a compromessi. Frequenti i confronti, sempre posati nelle forme ma duri nei contenuti, con Lorenzo Dellai e i vertici del partito, tanto da spingere Cattani a lasciare.
La Margherita, ma non l'impegno politico, che cerca di declinare all'interno di "Costruire Comunità", il movimento promosso da Vincenzo Passerini e Walter Micheli.

L'impegno di Piergiorgio Cattani da cattolico riformista trova poi sbocco nell'allora nascente Partito Democratico, ma la permanenza nella nuova realtà del centrosinistra si rivela breve: in Trentino Cattani - come spiegò in uno dei suoi numerosi libri, pubblicato nel 2013 - non accettò il ruolo a suo dire subalterno dei Democratici all'allora presidente della Provincia Dellai.
Una passione, quella per la politica, che non ha mai smesso di coltivare, fino ad arrivare due anni fa a contribuire a dar vita a "Futura", di cui era tuttora presidente.

In mezzo, tanto studio, tanta cultura, tanta scrittura. Piergiorgio Cattani era autore di libri, saggi, giornalista, editorialista. «Era prima di tutto uno studioso, poi un divulgatore. Amava far conoscere il proprio pensiero ed esternare il frutto dei propri studi, delle sue ricerche», ricorda ancora mamma Maria Monica.
«Leggeva e studiava, prima di scrivere. Era preciso, non si sarebbe mai messo a scrivere nulla senza prima essersi documentato in profondità. E poi difendeva sempre a spada tratta le proprie idee. Si confrontava, ascoltava tutti, sapeva approfondire, cambiare le sue prospettive, ma quando le maturava, era fermo nelle sue convinzioni».
Con la sua profondità di pensiero e la sua passione genuina, Piergiorgio Cattani sapeva essere un faro non solo nel panorama culturale e politico trentino, ma anche per i suoi cari. La semplicità con cui, attraverso il suo impegno, oscurava le difficoltà con cui era ogni giorno alle prese, era un esempio per tanti, ma innanzitutto per chi gli stava vicino: «Ora il vuoto che ha lasciato è davvero grande», ribadisce la madre. Oltre e Maria Monica e a papà Raffaello, lascia la sorella Maria Rita e il fratello Giovanni Battista.

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