Il Trentino in "zona rossa"? Fugatti: "Lo sapremo domani", ma i dati sono allarmanti

Il Trentino rimarrà in «zona gialla» o passerà a arancione o rossa? Nelle prossime ore, entro oggi, si saprà in che fascia verrà collocato. Lo ha reso noto ieri - a quanto emerge da una nota - il presidente della Provincia Maurizio Fugatti in apertura della seduta del Consiglio provinciale di Trento. La decisione verrà resa nota probabilmente in mattinata dal ministro Speranza e dal ministro Boccia,  a seguito della conferenza tra Stato e Regioni che si è tenuta ieri pomeriggio ed è durata molte ore.

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A quanto riferito dall’assessore alla sanità Stefania Segnana, l’Rt (indice di trasmissione del contagfio) in Trentino è pari a 1,32, il tasso occupazione dei reparti ospedalieri è del 59% e quello delle terapie intensive al 47%.

Ci sono 436 pazienti ricoverati e 38 in rianimazione, mentre si sta lavorando per ampliare l’offerta di posti letto, fino a 80, negli ospedali privati (Solatrix, Villa Bianca e Camiliane). Il rischio in Trentino rimane alto, mentre Castel Tesino e Pinè rimangono zone rosse.

 «Ci sono dati in peggioramento e nessuno nega la criticità della situazione, ma si deve attendere Governo. Al momento, non c’è la necessità che il Trentino diventi zona rossa» ha affermato ieri il presidente  Fugatti, relazionando in Consiglio provinciale di Trento a proposito della situazione dei contagi in Trentino. A quanto riferito da una nota, Fugatti ha precisato che la Giunta provinciale analizzerà comunque i dati e si riserverà di prendere decisioni anche più restrittive di quelle previste dal Governo. 

Sui test antigenici, l’assessore ha ricordato che la Provincia ha chiesto nuovamente al Governo di computarli e si attende una risposta.

Ieri ne aveva parlato anche il ministro Boccia: «Non escludo che possano esserci altre regioni rosse, sempre sulla base dei dati del monitoraggio». Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia a “Oggi è un altro giorno” su Rai1. Quanto alla possibilità di differenziare zone diverse all’interno delle stesse regioni, Boccia ha ribadito come il premier che è una possibilità “che già c’è”.

«E’ già previsto che ci possa essere una differenziazione - dice - quelle regioni che sono state rosse, nella settimana di attenzione possono e potranno allentare le misure in alcune province».

«Sappiamo che c’è l’aspettativa di tanti operatori che hanno dato un contributo importante in questi mesi, di ripartire. Però dobbiamo tenere duro in queste settimane perché più saremo rigorosi adesso, più metteremo in sicurezza il Paese, prima ripartiremo» ha detto il ministro per gli Affari regionali: «Siamo convinti di potercela fare e possiamo parlare del futuro che il Paese avrà nel 20121 avendo come stella polare sempre e comunque il rafforzamento del nostro ruolo in Europa», ha aggiunto Boccia.

Il tasso di occupazione dei posti letto in rapporto ai tamponi positivi

 

La tabella in realtà è falsata dal fatto che la Provincia Autonoma di Trento non comunica i dati dei "positivi" da test rapido. In questo modo, il numero dei "positivi" è più basso del reale, e fa balzare in alto la percentuale degli ospedalizzati sul totale dei positivi.

Letto in questo modo, i casi sono due: o in Trentino il virus manda molta più gente in ospedale che nel resto d'Italia, oppure è il "silenziamento" sul numero reale di positivi a provocare un tasso peggiore che nel resto del Paese.

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