Epidemia, in Trentino altri sette morti Aumentano i pazienti negli ospedali

di Zenone Sovilla

Aumentano i ricoveri e si registrano purtroppo altri sette decessi in Trentino, a causa dell'epidemia di covid-19. Il totale dei morti da inizio pandemia sale a 650 dei quali 186 dopo l'estate.

Il bollettino diffuso poco fa dal ministero della salute indica un aumento da 420 a 433 (dei quali 50 in area ad alta intensità) dei malati presenti nei reparti ospedalieri e una crescita di due unità, da 41 a 43, dei pazienti in rianimazione. Sono 19 le persone che si trovano in strutture intermedie covid.

CONTAGI E TAMPONI

I nuovi contagi rilevati oggi sono appena 93, ma a fronte di soli 1.479 tamponi molecolari processati. Restano esclusi dal computo i positivi individuati tramite test rapido antigenico (cioè il metodo appena utilizzato anche a Bolzano per lo screening di massa). I tamponi rapidi, peraltro, sono quelli più utilizzati per verificare le situazioni sospette, cioè persone che presentano sintomi covid-compatibili: si stima che con questo metodo, che consente di analizzare in un quarto d'ora il campione prelevato in fondo al naso, si rilevi in questi giorni un numero di positivi pari al doppio di quelli indicati dai tamponi molecolari (che peraltro sono impiegati anche per le verifiche di controllo su persone in isolamento).

Sono 116 i guariti dal covid certificati oggi, il numero complessivo sale così a 11.571, mentre gli attualmente positivi cala di 30 unità attestandosi a 2.626 (14.847 il totale dei contagi dal marzo scorso a oggi)

Risulta del 6,4% il rapporto fra test molecolari eseguiti e contagi rilevati.

LE GUARIGIONI

I malati che risultano guariti nelle ultime 24 ore e sono 116. Poco dopo le 17.30 si è svolta poi la videoconferenza stampa del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, con altri esponenti della giunta e della tecnocrazia.

L'assessora Stefania Segnana ha spiegato che uno dei sette decessi è avvenuto in una rsa, gli altri sei in ospedale. 

Quattro delle persone decedute, ha spiegato l'assessora, erano nate negli anni Trenta, una è del 1942  e due degli anni Cinquanta (1951 e 1957).


Un terzo dei nuovi positivi, ha comunicato Segnana, ha più di settant'anni.

Sei i casi di bambini e ragazzi al centro di verifiche per stabilire se far scattare la quarantena dei compagni di scuola. Al momento sono 94 le classi in isolamento.

SCREENING DI MASSA: DUBBI IN PROVINCIA

Quanto all'andamento dei flussi ospedalieri, ha spiegato che nelle ultime 24 ore si sono registrati 31 nuovi ricoveri e dieci dimissioni.

Sulla discussione a proposito dell'opportunità di replicare in Trentino lo screening di massa altoatesino, Fugatti si è mostrato assai cauto e ha riferito che gli esperti dell'Apss reputano il test antigenico rapido affidabile completamente solo su persone sintomatiche, mentre su asintomatici potrebbe non rilevare la eventuale positività.

«Infatti - ha precisato - noi l utilizziamo solo su soggetti che presentano sintomi. Il rischio è che una persona che risulta negativa al test rapido possa ritenere di non essere contagiosa, quando in realtà potrebbe trovarsi nelel condizioni di portatore sano».

Sembra dunque allontanarsi l'ipotesi che il Trentino segua Bolzano su questa strada, tuttavia sono previsti test rafforzati in comuni ritenuti particolarmente a rischio per l'andamento epidemico.

Come si ricorderà, l'esito dello screening di massa che ha coinvolto 365mila cittadini in Alto Adige ha sorpreso anche gli addetti ai lavori per la bassa percentuale di positivi individuati (lo 0,9), mentre gli stessi esperti della sanità locale prevedevano un'incidenza del 5-10%.

Il presidente Komptascher tuttavia ha commentato con entusiasmo il test, rilevando che con un rt 1,5 significa che isolando i 3mila nuovi positivi individuati con lo screening di massa si evitano 90mila contagi potenziali.

Per confrontare, però, questo dato con il bollettino quotidiano dei positivi rilevati tramite test molecolari bisognerebbe conoscere e valutare la composizione esatta di questo dato (oggi 260 "nuovi positivi"), cioè del tipo di platea cui sono stati somministrati i test.

FUGATTI: ANCORA MASSIMA ATTENZIONE

Fugatti ha lanciato anche un nuovo appello sul rispetto delle misure di prevenzione e ha rilevato che una minoranza di locali pubblici non è attenta e così rischia di creare danni all'intera collettività (scivolare da zona gialla ad arancione significherebbe, fra l'altro, avere limitazioni agli spostamenti fra i comuni e anche dover chiudere completamente bar e ristoranti).

FERRO: PRONTO IL PIANO PER I PRIMI VACCINI

Il responsabile del dipartimento prevenzione, Antonio Ferro, ha spiegato una novità per facilitare i processi di sorveglianza e conclusione della quarantena per soggetti trovato positivo a un test molecolare o rapido. Queste persone vengono subito poste in isolamento dall'Apss per un massimo di 21 giorni (idem per i conviventi stretti). Ora col certificato di inizio quarantena arriverà contestualmente l'appuntamento ufficiale per il tampone molecolare da fare al decimo giorno per verificare l'eventuale negativizzazione e dunque la fine dell'isolamento. In caso di test positivo sarà già disponibile una replica dopo cinque giorni. Se ancora non si fosse negativi, ma sempre asintomatici, si potrà comunque uscire dalla quarantena dopo 21 giorni.

Ferro ha anticipato anche alcune informazioni sul lavoro in corso in vista della campagna di vaccinazioni anti covid in Trentino: ecco alcuni dettagli sul piano provinciale.

SCI: BRACCIO DI FERRO CON ROMA

Nella conferenza stampa è intervenuto anche l'assessore al turismo, Roberto Failoni, che insieme al presidente Fugatti ha affrontato il tema spinoso della riapertura della piste da sci, oggetto di un confronto faticoso fra la Conferenza delle Regioni e Province autonome e il governo: le prime vorrebbero assicurare l'attività turistica durante le festività natalizie («fondamentale per l'economia montana»), in virtù di un inasprimento e di un severo rispetto delle norme anti-covid, mentre Roma è orientata a dire di no su tutta la linea.

 

 

 

 

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