Il comandante Giacomoni e il vice indagati per calunnia in seguito al "diverbio" natalizio con Carollo

Avrebbero scritto il falso nel denunciare Carollo

di Sergio Damiani

Un incontro ad alta tensione sui mercatini di Natale - che neppure si faranno, cancellati dal Covid - mette nei guai il comandante della polizia locale Lino Giacomoni e il suo vice Luca Sattin. Sono entrambi indagati con l'accusa di calunnia aggravata a falso.

Nel registro degli indagati è finito anche l'organizzatore di eventi Agostino Carollo (nella foto) che deve rispondere di un reato meno grave: violenza privata. 

La vicenda è bagatellare: discutiamo di un'uscita da una porta, con Carollo che si è piazzato davanti al passaggio e Giacomoni che con difficoltà riesce a uscire e poi riferisce di essersi ferito lievemente a causa dello strisciamento dell'avambraccio contro il battente della porta. Secondo la procura però - a dispetto di quanto dichiarato dal comandante della polizia locale - non ci sarebbe stato alcun contatto.

Nelle settimane scorse la pm Maria Colpani ha inviato ai tre indagati un avviso di conclusione delle indagini.

Le difese - con l'avvocato Michele Guerra per Carollo, Giuliano Valer per Giacomoni e Paolo Dematté per Luca Sattin - hanno 20 giorni per depositare memorie o per chiedere che i rispettivi assistiti vengano interrogati nella speranza di evitare il rinvio a giudizio. Il fatti risalgono al 27 maggio 2020. Siamo all'interno del comando della polizia municipale.

Carollo ha avuto un incontro con il comandante Lino Giacomoni sulla questione dell'occupazione di suolo pubblico in vista dei mercatini di Natale. Alla fine del confronto Carollo si sarebbe piazzato davanti alla porta impedendo a Giacomoni di uscire e costringendo il comandante «ad utilizzare forza sulla maniglia per aprire la porta ed allontanarsi». Di qui l'accusa di violenza privata a carico di Carollo.

Indagato, ma con l'accusa di calunnia, è anche Giacomoni che avrebbe dato una ricostruzione dei fatti non corretta.

«Con la consapevolezza della altrui innocenza - si legge sul capo di imputazione - accusava Carollo Agostino di avergli provocato lesioni lievi all'avambraccio della durata di 10 giorni consistite in abrasioni superficiali derivanti dallo strisciamento dell'avambraccio contro il battente della porta, mentre dalle immagini video emerge l'assenza di qualsiasi contatto tra avambraccio e battente. Inoltre - prosegue la procura - dichiarava falsamente al vicecomandante che Carollo gli aveva messo le mani addosso, riportando tale circostanza all'interno della comunicazione di reato con l'aggravante di aver commesso il fatto con abuso di poteri».

A Giacomoni viene contestato anche il reato di falso sempre per la presunta lesione al braccio e per aver dichiarato che fuori dalla porta c'era il suo vice, circostanza che sarebbe smentita sempre dal video girato da Carollo.

Infine Giacomoni è accusato di falso anche in riferimento all'accesso al pronto soccorso perché avrebbe indotto in errore il medico riferendo della lesione all'avambraccio con prognosi di 10 giorni. 

La descrizione dell'uscita di scena di Giacomoni («vedevo Giacomoni affannato e visibilmente agitato uscire infilandosi di lato da un pertugio della porta di vetro scorrevole...») ha messo nei guai anche il vicecomandante Sattin perché secondo l'accusa dal video non risulta che questi si trovasse nei paraggi. 

La prova principe è il video girato da Carollo che è stato scandagliato dai carabinieri fotogramma per fotogramma. Ma anche rispetto ad una fonte di prova come un video, che dovrebbe essere oggettiva, le parti arrivano a conclusioni diverse, anzi opposte: per il pm dimostra che Giacomoni non si fece male uscendo dalla porta; per la difesa invece dimostra che la vicenda si è svolta nei termini riferiti da Giacomoni e Sattin.

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