Stanze degli abbracci nelle rsa Per ora l'Upipa frena: servono condizioni e regole precise

di Nicola Marchesoni

Stanze attrezzate con pareti in nylon trasparente, dotate di guanti isolanti per "abbracciare" nonni e genitori anziani nelle Rsa e porre fine allo straziante isolamento delle persone ricoverate.
Sta aumentando anche in Trentino Alto-Adige il numero delle persone, in particolare i parenti degli ospiti delle strutture assistenziali, che chiedono di realizzarne in ogni centro. In Consiglio provinciale è stato addirittura approvato all'unanimità un apposito ordine del giorno.

La presidente dell'Upipa Francesca Parolari mette le mani avanti: «Siamo pronti a realizzarle solo se ci vengono date dalla Provincia delle regole chiare su come farle. Troppo facile invocarle e darci tutte le responsabilità a noi. Ad oggi non ci sono le condizioni per predisporle». E spiega: «C'è persino una circolare ministeriale che legittima le stanze degli abbracci. Da una parte abbiamo i decreti del presidente del Consiglio e le ordinanze del governatore Fugatti che ci fanno mettere in atto le misure più severe per tutelare gli ospiti e dall'altra adesso riceviamo pressioni per allestire spazi di contatto tra gli anziani e gli esterni». Parolari è perplessa: «Come dovrebbe essere svolta la sanificazione di queste stanze? In un periodo di difficoltà nel reperimento di personale, dovrei forse destinare due o tre operatori solo per quello? Non ci siamo».

La numero uno di Upipa si sfoga: «Non mi piace quando qualcuno accusa le Rsa di voler impedire il contatto tra gli ospiti e i parenti. Sono falsità. Nessuno più di noi spera che questa pandemia venga sconfitta in fretta e si torni la normalità anche nelle visite. Ci sono però delle regole da rispettare e non si può sgarrare. La legge non perdona. Ciò varrà ancora di più in futuro, visto che stanno aumentando le compagnie assicurative che si rifiutano di coprire chi opera in ambito sanitario. Parlare è facile, poi bisogna fare i conti con la realtà».

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