Nevicate di dicembre: battuti i record storici in molte zone del Trentino

di Giacomo Poletti

Il 2020 ha chiuso meteorologicamente con «il botto»: dicembre ha infatti battuto in ampie zone della Provincia i record storici di precipitazione. A confermarlo è Yuri Brugnara, ricercatore trentino all’università di Berna.

«A Cles e a Predazzo si è quasi doppiato il record precedente: i millimetri caduti sono stati ben 7 volte la media climatologica, una anomalia straordinaria. Solo una parte del Trentino centrale e meridionale (fra cui Trento, Rovereto, Riva) non ha siglato record per l’ultimo secolo. Tuttavia va ricordato che misurare le precipitazioni nevose è sempre difficile (la neve va fusa nell’imbuto del pluviometro, in modo da misurare la quantità di acqua liquida equivalente, ndr) ed è frequente che vengano sottostimate se accompagnate da vento» spiega Brugnara.
L’eccezionalità di dicembre sta tutta in due eventi: quello dal 4 al 6 dicembre, che provocò la piena dell’Adige e del Brenta, e quello del 28 dicembre con la nevicata di mezzo metro a Trento nell’arco di una mattina. «Bisogna tornare indietro fino al 1886 per trovare un dicembre più ricco di precipitazioni del 2020 in regione» continua Brugnara, che nel suo dottorato ha digitalizzato le misure storiche dai tempi dell’impero austro-ungarico e continua a farlo con l’aiuto di volontari attraverso il sito www.dare-alps.net.

Anche se le precipitazioni record di dicembre non sono necessariamente legate al cambiamento climatico in atto, il riscaldamento globale è continuato imperterrito nel 2020, come ricorda lo stesso Brugnara sulla sua pagina Facebook. Chi pensa che i lockdown europei e cinesi possano aver ridotto le emissioni di anidride carbonica a livello planetario, sbaglia. La concentrazione di CO2 sale senza sosta: i grafici non mostrano flessioni. «Il 2020 è stato l’anno più caldo di sempre a livello globale assieme al 2016 e il più caldo in assoluto in Europa dove ha superato di 0,4° il record precedente del 2019» si legge nel comunicato del servizio climatico dell’Unione Europea (Copernicus). «In Italia il 2020 ha chiuso al 5° posto fra gli anni più caldi dal 1800» rilancia Brugnara citando i dati del Cnr «tra i 10 anni più caldi dal 1800 ad oggi in Italia, 9 cadono negli ultimi 10».

In questi giorni a Trento l’effetto della neve al suolo si fa invece sentire. Le temperature stavolta sono al di sotto delle medie grazie all’albedo (l’effetto di riflessione dei raggi solari) operato dalla neve, che di fatto impedisce al sole di scaldare il terreno mantenendo temperature gelide. Proprio nella giornata di ieri in alcune località della val d’Adige si sono toccati i -10°: la doppia cifra negativa mancava da fine 2009. Le prospettive meteo per i prossimi 5/6 giorni sono asciutte. Nessuna nuova nevicata, mentre le temperature resteranno sotto la media con nuove sortite mattutine sotto i -10°, nubi permettendo. Un episodio freddo che, ancora una volta, rimarca la differenza fra il tempo - variabile di giorno in giorno - e il clima, che sintetizza invece i trend di temperatura e pioggia su lunghi periodi.

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