«Le rsa saranno tutte in sicurezza entro febbraio» Giordani (Upipa): già oltre 5mila vaccinazioni Più del 90% degli ospiti chiede la somministrazione

di Domenico Sartori

«Il nostro obiettivo resta quello di mettere in sicurezza tutte le rsa entro febbraio» dice Massimo Giordani , direttore generale di Upipa, che associa 41 Apsp, Aziende pubbliche per i servizi alla persona. Dai giorni che hanno preceduto il Natale, al vaccine day del 27 dicembre, a quelli dell'avvio della campagna a tappeto, rsa per rsa, è stata una corsa contro il tempo, che ha messo a dura prova la capacità organizzativa delle strutture. «Ma oggi» commenta Giordani «c'è di che essere soddisfatti».
Qual è il ruolo di Upipa, nella campagna di vaccinazioni anti Covid-19 nelle rsa?
«Organizziamo la raccolta del fabbisogno fra tutti gli enti soci, le 41 Apsp, e segnaliamo le richieste alla Farmacia dell'Ospedale Santa Chiara, che poi invia le fiale di vaccino alle strutture. Facciamo anche attività di monitoraggio, di controllo delle vaccinazioni per qualche ragione saltate, di raccolta delle adesioni successive».
Ecco, qual è l'andamento delle adesioni tra gli ospiti ed il personale delle "case di riposo"?
«I numeri ufficiali li ha l'Azienda sanitaria (ne riferiamo a pag. 13, ndr) . Ma, ad oggi, nelle sessanta rsa della provincia sono state fatte complessivamente oltre circa 5 mila vaccinazioni, di cui 2.600 agli ospiti anziani e 2.400 agli operatori».
Si può quindi misurare la percentuale di adesioni...
«Per gli anziani, sì. Nelle rsa ci sono 4 mila posti letto, ma quelli occupati, oggi, sono circa 3.200, tenendo conto dei posti vuoti per garantire l'isolamento e della lentezza nel subentro nei posti liberati. E all'appello ne mancano, da vaccinare, 6-700, perché chiudiamo domani (oggi, ndr) la prima fase, con le ultime richieste di vaccino. Si può quindi già dire che siamo prossimi alla saturazione, che siamo oltre il 90% degli ospiti vaccinati».
E tra gli operatori?
«La priorità, com'è noto, è stata quella di vaccinare medici, infermieri, fisioterapisti, operatori socio sanitari. Il dato grezzo indica che nelle rsa ci sono 4.900 dipendenti. Con 2.400 vaccinati, la proiezione è di arrivare sopra il 60%».
Materialmente, chi esegue l'operazione?
«Il personale medico ed infermieristico appositamente formato a fine dicembre. Anche perché, per l'operazione con il vaccino Pfizer BioNTech , si deve lavorare per multipli di 6: ogni fiala, sei dosi. La fiala è congelata, una volta scongelata dura cinque giorni. Ma dalla estrazione delle prima dose, ci sono sei ore per iniettare le rimanenti dosi. È la ragione per cui, se ci sono da recuperare una, due o tre persone da vaccinare, si preferisce indirizzarle presso gli ambulatori dell'Azienda sanitaria. È il caso di chi era per qualche ragione assente, di chi ha cambiato idea e deciso di vaccinarsi. Dopo l'ultima chiamata di domani ( oggi, ndr ), speriamo sia possibile recuperare i dubbiosi con la seconda finestra, quando sarà iniettata la seconda dose, senza farli passare dal Cup».
Qual è la sua valutazione?
«Di soddisfazione. Siamo al 12 gennaio. Abbiamo saputo del vaccino la vigilia di Natale, il 27 dicembre c'è stato il vaccine day con 35 dosi in sette rsa, quelle vicine agli ospedali, quando s'è capito che dalla fiala si potevano estrarre sei e non solo cinque dosi. Il 28, alle 11, la conferma del primo quantitativo significativo in arrivo per il 30-31 dicembre, nel pomeriggio, alle 14, c'è stato il coordinamento con direttori e medici delle rsa, il 29 la formazione del personale, il 31 l'effettivo avvio. Ieri sera (11 gennaio, ndr) siamo arrivati a 5.100 vaccinazioni effettuate, in dieci giorni lavoratori di calendario!».
Il prossimo passo?
«Passeranno 21-22 giorni per fare la seconda dose, dopo la quale altri dieci giorni per l'efficacia. Vuol dire che per i primi mille vaccinati, l'efficacia ci sarà da inizio febbraio. Speriamo di arrivare, entro febbraio, a mettere in sicurezza tutte le rsa».
Cosa c'è da migliorare?
«La copertura sta andando bene, possiamo migliorare sul fronte degli operatori. Alcuni devono metabolizzare le paure. E c'è un secondo aspetto: ci sono tante altre persone, sono circa 6-700, che nelle rsa non vengono vaccinate: addetti alle pulizie, alle lavanderie, alle cucine, ai servizi generali, alle manutenzioni... Che comunque sono a contatto con gli ospiti. Si pensi al manutentore chiamato a spostare un letto... Le priorità le ha stabilite il governo, ma speriamo che al più presto si apra una finestra di copertura anche per questo personale».

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