La pandemia rallenta la prevenzione del cancro: forti ritardi per cervice, mammografia e colon

Ci sono i morti per il Covid. Oltre mille persone. Ma questa pandemia sta mietendo pure vittime collaterali. Perché le altre patologie - in primis quelle oncologiche - non sono andate in quarantena. Ma chi si è ammalato o rischia di avere il cancro, ancora non lo sa. Si stima infatti - prendendo come parametro i dati emersi dagli screening del 2019 - che in Trentino da gennaio a settembre si siano “perse” 41 diagnosi di lesioni pre cancerose alla cervice, 36 carcinomi alla mammella, 31 adenomi avanzati al colon retto e 6 carcinomi. Dunque 114 diagnosi oncologiche “smarrite” per colpa del virus.

È quanto emerge dal Rapporto sui ritardi accumulati dai programmi di screening oncologico in seguito alla pandemia da Covid 19, che durante la fase acuta dell’emergenza aveva visto sospendere Pap test e Hpv test, mammografie e screening per il tumore del colon-retto, poi ripresi, ma con tempi diversi, tanto che i ritardi accumulati non sono stati colmati.
«Dal punto di vista clinico - si legge - le conseguenze cliniche maggiori sono potenzialmente a carico dello screening mammografico e di quello colorettale. Per conseguenze cliniche si intende il possibile avanzamento dello stadio alla diagnosi per parte dei carcinomi mammari e colorettali e la presentazione di qualche caso di carcinoma della cervice invece delle lesioni CIN 2-3 o carcinoma del colon retto rispetto all’adenoma avanzato».

Ma ecco nel dettaglio il report trentino.

Screening cervicale.
I dati vanno letti considerando che il Pap test ha cadenza triennale e l’Hpv test quadriennale, dunque una parte della riduzione dell’attività non è in realtà da recuperare. Il primo confronto riguarda il numero di donne invitate/contattate (nella fascia tra 24 e 64 anni). Rispetto al 2019, nei primi nove mesi, sono state 13.800 in meno. Alle 7.083 del periodo gennaio - maggio, si aggiungono le 6.717 da giugno a settembre. Hanno risposto all’invito 7.930 donne in meno rispetto all’anno precedente, con un calo di quelle esaminate pari al 39,7% (a livello nazionale il calo è del 48,8%). Considerato che dagli esami effettuati nel 2019 sono attesi 3 casi di cancro ogni mille donne esaminate, i ritardi nello screening hanno portato a 41 mancate diagnosi. E i mesi di ritardo accumulati sono 3,6 (contro i 4,4 nazionali).

Mammografie.
Nei primi nove mesi si sono registrati 15.490 inviti in meno dell’anno precedente. In tutto sono state sottoposte a screening 12.050 donne in meno, pari ad una riduzione del 59,7% (a livello nazionale del 43,5%). Quanto ai mesi di ritardo accumulati sono 5,4. Il numero di carcinomi non diagnosticati è stimato essere di 36.

Screening colon-rettale.
Anche in questo caso il rapporto indica in primis il numero di persone invitate in meno a partecipare allo screening (fascia 50-70): la riduzione è stata di 12.547. Le persone che hanno eseguito il test sono 5.439 in meno, con una riduzione del 27,5%. Un calo molto più contenuto rispetto al dato nazionale, pari al 52,7%. La stima dei carcinomi e degli adenomi avanzati non ancora diagnosticati a causa del ritardo accumulato è pari rispettivamente a 6 e 31, a fronte di 5.439 esami in meno. I mesi di ritardo sono di 2,5, contro i 4,7 del dato nazionale. Nel periodo fra giugno e settembre, in particolare, la nostra provincia ha recuperato parte del ritardo precedente.

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