Vaccini Pfizer, Trentino penalizzato: "Ricevuto solo il 40% delle dosi previste". Ma le vaccinazioni continuano con le scorte

In Trentino sono stati somministrati ad oggi 11.987 vaccini, di cui 3.184 ad ospiti delle Rsa. La Provincia automa di Trento, però, è stata tra quelle più penalizzate dalla mancata consegna delle dosi vaccinali da parte di Pfizer, come ha spiegato l’assessore alla Salute della Provincia autonoma di Trento, Stefania Segnana.

«Abbiamo registrato un meno 60% di dosi. Non si è capito in che modo e su quali numeri e criteri Pfizer abbia deciso questa riduzione. Per quanto riguarda Bolzano il taglio è stato del 57%, mentre il Veneto del 53% ed il Friuli Venezia Giulia del 54%. Mentre ci sono Regioni che hanno avuto una riduzione pari allo 0%. È comunque stato chiarito da parte del commissario Arcuri che per evitare questa differenza ci sia una redistribuzione, quindi avremo un 29% per tutti, perciò ci aspettiamo un minore arrivo del 29%, anche se questo deve ancora essere definito», ha detto Segnana. «Speriamo che entro fine gennaio anche il vaccino di AstraZeneca arrivi, ci darà la speranza per ampliare la vaccinazione», ha concluso Segnana.

«Oggi sono arrivate 2.340 dosi invece delle 5.850 che attendevamo, quindi in questo momento riusciamo a garantire la continuità delle vaccinazioni a coloro che già si erano prenotati, compresi i volontari, e poi cominceremo con le seconde dosi. Perciò quelle programmate riusciamo a garantirle.
Nel frattempo stiamo programmando la vaccinazione degli anziani che sono in lista per entrare nelle Rsa e dovremo garantire a tutti gli ospiti la seconda dose per poter far riprendere le visite dei famigliari.

Duro il presidente Fugatti: «C’è stata una dispariòà di trattamento nella ridefinizione del piano di forniture; chiediamo che la riduzione sia uguale per tutti».

Prer il momento, non vi saranno problemi, ha detto il dottor Pierpaolo Benetollo, dirigente generazle dell’Azienda Sanitaria: «E’ chiaro che avevamo tenuto delle scorte per il richiamo, e quello sicuramente è garantito. Poi vedremo in base alla fornitura quando potremo completare la vaccinazione degli ultraottantenni e dei soggetti deboli».

Per quanto riguarda invece il vaccino Moderna - ha detto il dirigente Giancarlo Ruscitti - «sono arrivate poche dosi, circa 600. L’accordo con l’azienda è di usarle su categorie molto selezionate di persone anche perché bisogna preservare il 50% in quanto non abbiamo la sicurezza di riceverne un numero adeguato per poter estendere la vaccinazione. Su Moderna, sia l’Europa che lo Stato, avevano investito poco nella fase preventiva rispetto ad altri come AstraZeneca di cui attendiamo milioni di dosi», ha concluso Ruscitti.

Benetollo ha poi risposto anche alla domanda dei giornalisti: vi sono state in Trentino delle reazioni gravi al vaccino? «Delle reazioni al vaccino ci sono, come a qualsiasi farmaco. Se andiamo a vedere le reazioni avverse dopo la somministrazione dell’antibiotico, trovare lo 0,26% sarebbe un risultato che ci farebbe molto contenti. E mi pare che nessuno si sogna di non prendere l’antibiotico per questo motivo. E anche per le vaccinazioni non ci sono stati danni permanenti, abbiamo avuto reazioni come in tutte le vaccinazioni» ha detto Benetollo, sulle reazioni ai vaccini anti Covid. Ci sono stati anche episodi di linfoadenite, ha aggiunto Benetollo, «ma che si sono già risolti», ha detto.

Ed i test salivari - di produzione trentina - di cui si era promesso l’arrivo entro fine gennaio?

«Abbiamo stabilito un rapporto con il Ministero della Salute e l’Iss che sono disponibili ad affiancarci nella fase di sperimentazione e approvazione del test. Stiamo lavorando con lo Spallanzani di Roma, delegato ad autenticare questa sperimentazione, e poi, tramite il Comitato etico, allargheremo la platea delle persone a cui facciamo il test in doppio con particolare attenzione al mondo della disabilità», ha spiegato Giancarlo Ruscitti, dg del Dipartimento Salute della Provincia autonoma di Trento.
«Proporremo a breve alle associazioni uno screening su base settimanale per poter verificare queste persone che per le loro condizioni di salute hanno difficoltà ad utilizzare i dpi finché non saranno vaccinate», ha aggiunto.

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