Vaccini, Trentino a quota 16.394. La Ue pensa a nuovi fornitori e Roma finanzia l'italiana ReiThera

Salgono a quota 16.394 le dosi di vaccino somministrate in Trentino di cui 4.250 riservate ad ospiti di residenze per anziani.

Nel totale dei vaccini, specifica la Provincia, rientrano anche 3.004 cosiddette seconde dosi per il richiamo.

Frattanto, si cerca a livello europeo di correre ai ripari dopo il calo di forniture e a fronte di scenari futuri ancora incerti per quanto riguarda gli approvvigionamenti.

Diversi i dossier aperti dall'Unione europea: i contatti dell’Agenzia Ue per i medicinali avviati con cinquanta case produttrici di vaccino, l’idea di aumentare la produzione di dosi anche dall’interno dell’Ue e azioni dure contro le società inadempienti.

L’Unione prepara il piano di rilancio per recuperare il gap dei tagli di fiale annunciato dai colossi farmaceutici.

E il nostro Paese punta a smarcarsi dalle aziende straniere accelerando sulla via italiana al vaccino: Invitalia acquisirà una partecipazione del 30% del capitale di ReiThera, che da giugno potrebbe essere pronta per le procedure di approvazione da parte dell’Ema.

Cambiano quindi le strategie nei confronti di Pfizer e AstraZeneca.

Per quest’ultima è attesa l’autorizzazione in settimana, ma la stessa direttrice dell’Agenzia, Emer Cooke, annuncia al Parlamento europeo la concreta possibilità «che - sempre tenendo conto dell’analisi scientifica ancora in corso - venga emessa un’autorizzazione rivolta ad un gruppo di età o per una popolazione più ampia».

Poi potrebbe essere il turno di Johnson & Johnson, per la cui validazione non è stato ancora fissato un calendario.

Gli occhi nel frattempo sono rivolti anche altrove: «Siamo in contatto con una cinquantina di case produttrici di vaccini, tra queste quella russa dello Sputnik V. Con le aziende produttrici e le autorità nazionali stiamo vedendo come aumentare la capacità di produzione dei vaccini».

L’ipotesi, al momento ancora lontana, potrebbe essere quella di spingere i colossi farmaceutici ad ampliare la produzione anche negli altri stabilimenti nella zona Ue che ne avrebbero la possibilità.

E intanto la francese Sanofi, annuncia il direttore generale del laboratorio francese, Paul Hudson, darà man forte a Pfizer e BioNTech nella produzione del loro vaccino contro il Covid-19: dovrebbe confezionare oltre 100 milioni di dosi destinate all’Unione europea entro la fine del 2021. La casa transalpina, infatti, tre mesi fa aveva annunciato un rallentamento del proprio progetto di sviluppo di un vaccino: la sperimentazione non dovrebbe essere completata prima del 2022.

Si allarga il fronte della linea dura contro le mancate promesse. La Svezia ha sospeso i pagamenti di Pfizer e il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, ha trasmesso alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione la diffida inviata a Pfizer, chiedendo inoltre «l’avvio di un’interlocuzione con l’esecutivo comunitario per l’adozione di ogni opportuna azione contro i comportamenti inadempienti».

Dall’8 febbraio al 22 arriveranno per l’Italia 2,4 milioni di dosi di vaccini Pfizer (1.753.830) e Moderna (651.600), secondo quanto comunicato dallo stesso Arcuri alle Regione. Ma - ha anche sottolineato il Commissario - sull’effettiva distribuzione «non si è in alcun modo responsabili» delle «modifiche che dovessero pervenire dalle stesse aziende».

Nel timing dovrebbe inserirsi anche AstraZeneca, le cui prime consegne dopo il via libera dell’Ema arriveranno in Italia soltanto il 15 febbraio e sono state sottostimate a 3,4 milioni di dosi (per il primo trimestre).

L’Italia punta però a «ridurre la dipendenza» dai colossi con Invitalia che entra in ReiThera, azienda italiana con sede legale nel Lazio e controllata da una società finanziaria basata in Svizzera.

Il contratto di Sviluppo prevede un finanziamento da 81 milioni e una parte della quota sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Castel Romano, dove sarà prodotto l’antidoto.

L’obiettivo è arrivare in tempi rapidi alle autorizzazioni di Ema e Aifa, la cui procedure potrebbero partire a giugno, al termine della fase 3 della sperimentazione. E dopo l’ok si passerebbe alla produzione di 100 milioni di dosi all’anno.
Sul tavolo ci sono anche nuove proposte per il Piano vaccini.

"Il 92,5% dei vaccinati ha sviluppato anticorpi rilevabili. Comparando i dati di questo studio con Moderna e Pfizer siamo in linea e ci aspettiamo la capacita del vaccino di prevenire la malattia sostanzialmente come gli altri vaccini. Il protocollo lo sottometteremo alle agenzie regolatorie in tempi brevi e ipotesi è di chiudere fase 3 entro l'estate", ha detto tre settimane fa il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, alla presentazione dei dati di fase 1 del vaccino italiano ReiThera.

Il protocollo di fase 2 per la sperimentazione del vaccino ReiThera GRAd-CoV2 "è pronto e contiamo di sottometterlo alle agenzie regolatorie in tempi brevi, prevedendo diverse opzioni che permetteranno di essere flessibili".

L'obiettivo, ha concluso, è andare "rapidamente alla fase 3 con l'ipotesi di chiuderla appunto entro l'estate".


 

A metà febbraio il Lazio varerà il certificato per il vaccino anti Covid, aprendo la strada alla possibilità di un patentino. Gli uffici della Regione sono al lavoro per mettere a punto un meccanismo che permetta ai cittadini che hanno già completato il ciclo di somministrazioni di scaricare il proprio certificato: attraverso lo Spid si potrà in sostanza accedere all’anagrafe vaccinale e scaricare il documento.

I governatori di Liguria e Friuli, Toti e Fedriga, chiedono invece ad Arcuri di introdurre un correttivo nei meccanismi di distribuzione delle dosi, in modo che sia coerente rispetto alla diversa distribuzione per fascia di età della popolazione residente nelle regioni. E il circuito Uci Cinemas si è offerto di entrare nella lista dei centri per la somministrazione contattando le autorità sanitarie regionali e locali per aprire le porte dei multisala affinché i locali siano utilizzati per le inoculazioni.

Il consigliere regionale della Liguria, Ferruccio Sansa, lancia invece l’iniziativa provocatoria di uno sciopero del sesso europeo contro i ritardi di Pfizer, che produce anche il Viagra.

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