Aperto il processo per l'omicidio di Eleonora Perraro. In aula anche l'imputato, l'ex marito Marco Manfrini

Si è aperto, davanti alla Corte d’Assise di Trento, il processo per l’omicidio di Eleonora Perraro (nella foto), avvenuto la notte tra il 4 e il 5 settembre del 2019 nei pressi del locale Sesto Grado di Nago e per il quale è imputato l’ex marito Marco Manfrini.

L’uomo, difeso dall’avvocata Elena Cainelli, era presente all’udienza. La corte è presieduta dal giudice Giuseppe Serao e, a latere, dalla giudice Greta Mancini.

Il processo si è aperto con la lettura del capo di imputazione da parte del pm della Procura di Rovereto Fabrizio de Angelis e la richiesta di ammissione testi da parte di accusa, difesa e parti civili.

Tra queste ultime, oltre alla famiglia della vittima, c’è anche l’associazione Coordinamento donne, rappresentata dall’avvocata Elena Biaggioni.

La difesa di Manfrini ne ha chiesto nuovamente l’estromissione, che però è stata rigettata dal tribunale.

La difesa ha inoltre chiesto l’ammissione di ulteriori testimoni oltre a quelli citati da Procura e parti civili. Tra questi anche il precedente marito di Eleonora Perraro. La Corte, su richiesta della parte civile, ne ha però ammessi solo alcuni.
L’ex coniuge è tra quelli non ammessi. La prossima udienza è in programma per il 2 marzo e si procederà con l’ascolto dei primi testimoni.

Anche la famiglia di Eleonora Perraro - il padre, la madre e le due sorelle - ha partecipato alla prima udienza in Corte d’assise a Trento e si è costituita come parte civile.

«Non mi aspettavo che ci sarebbe stato anche Manfrini», ha detto a proposito dell’imputato una delle sorelle della vittima, Erika Perraro, rappresentata dall’avvocato Luca Pontalti.

«Per me però oggi in quest’aula c’era solo Eleonora. Il mio auspicio è che venga fatta giustizia in tempi certi, è quello che chiediamo. Per noi - prosegue Erika Perraro - ma anche come monito e incoraggiamento per tutte quelle donne che hanno paura a denunciare e per le famiglie che come noi hanno vissuto una tragedia simile».

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