Via libera del Cts all'apertura serale dei ristoranti in zona gialla fino alle 22: ora la parola al governo

AGGIORNAMENTO: IL CTS SMENTISCE IL VIA LIBERA: "TOCCA AL GOVERNO DECIDERE" - Leggi qui la notizia


 

Il Comitato tecnico scientifico sta approntando un protocollo di sicurezza Covid per l’apertura serale fino alle ore 22 dei ristoranti in zona gialla e a pranzo in zona arancione, sia pur con alcune restrizioni. In particolare, dovrà essere stilato un protocollo con misure di sicurezza: si parla di mascherina obbligatoria quando si sta in piedi, numero massimo di persone al tavolo e niente buffet.

La richiesta era arrivata dal ministero dello sviluppo economico dopo vari incontri con la Fipe di Confcommercio e la Fiapet di Confesercenti e due giorni fa è arrivato il parere degli scienziati che indicano la strada per i nuovi protocolli. Adesso la decisione spetta al governo.

Il nuovo Dpcm scade il 5 marzo, ma già il 15 febbraio cade il divieto di spostamento tra le regioni e si riaprono gli impianti da sci. Quindi bisognerà stabilire se tutte le prossime decisioni rientrano negli affari correnti.

Oggi il governatore Attilio Fontana e l’assessore lombardo allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, hanno inviato una lettera formale al governo nella quale chiedono che i ristoranti e le attività assimilabili possano svolgere la loro attività fino alle ore 22.

Per i vertici di Regione Lombardia è «importante che tale decisione venga presa al di là della crisi politica in atto» e ciò in relazione «alla situazione di estrema emergenza in cui versa un’intera categoria».

In realtà il presidente lombardo stava anticipando i tempi: si sa infatti che la questione è al vaglio del governo.

Lino Stoppani, presidente nazionale della Federazione Pubblici Esercizi e di Epam Milano è soddisfatto di questa presa di posizione ufficiale «autorevole» della Lombardia.

Posizione che si aggiunge a quella della Fipe che (dopo un confronto con Mise e Cts, che ha portato il comitato a nuovi criteri di valutazione differenziati) ora domanda «che il Governo che si sta costituendo in questi giorni provveda nel più breve tempo possibile all’emanazione di un nuovo Dpcm per consentire di aprire a cena fino alle 22 in fascia gialla e durante le ore diurne in fascia arancione a chi ha spazi con tavoli».

Un modo per ripartire in un momento difficilissimo dopo che lo scorso anno «a livello nazionale abbiamo perso 37,7 miliardi di euro, senza considerare poi le chiusure successive». «Tanti colleghi - ha aggiunto - hanno rinunciato a ripartire: si parla di 50-60 mila ed è un quadro prudenziale. Il poco fieno che c’era è stato mangiato. Adesso le aziende hanno bisogno di sicurezza. Non possono riaprirci e richiuderci con l’interruttore».

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