Assemblea No Tav a Povo, mentre ai Valoni proseguono i carotaggi in un blocco di polizia invalicabile

di Paolo Giacomoni

POVO - A cinque giorni dal posizionamento della trivella a Mesiano per i sondaggi preliminari al progetto della «Circonvallazione ferroviaria di Trento», anticipati e seguiti da vari volantinaggi No Tav, si è tenuta ieri a Povo l’assemblea pubblica che, nell’intenzione degli organizzatori, doveva essere un momento di informazione «per non accettare passivamente progetti altamente impattanti e che non rispondono alle necessità della popolazione».

Una cinquantina i militanti No Tav che si sono dati appuntamento in piazza Manci per opporsi ad un progetto che prevede un tunnel di 12 chilometri - da Acquaviva allo scalo Filzi - terzo lotto per la realizzazione della linea ad Alta Velocità Verona-Brennero. Un appuntamento organizzato per «rimediare», a detta dei No Tav, alla mancanza di informazioni riguardo «l’opportunità di un’opera di questo tipo e in merito ai suoi impatti ambientali, economici e sociali per il territorio».

Una susseguirsi di interventi incentrati soprattutto sulle prevedibili conseguenze a livello di equilibrio idrogeologico e le ripercussioni sulle risorse idriche che in questa zona sono particolarmente significative. Inevitabili i riferimenti ai costi e alla presunta inutilità di un’opera di questo genere visto che, come è stato sottolineato in molti interventi: «L’attuale ferrovia è ampiamente sottoutilizzata ed i pedaggi di A22 per i Tir sono di gran lunga inferiori a quelli degli altri valichi alpini e quindi già oggi sarebbe possibile realizzare la transizione verso la rotaia senza sperperare risorse e senza bucare le nostre montagne». Comunque la si pensi un dibattito interessante che poteva essere utile per dipanare un po’ di «nebbia» che da sempre aleggia intorno a questo progetto.

Condizionale d’obbligo visto che la grande assente all’appuntamento è stata proprio quella «popolazione», esplicitamente invitata durante tutta la settimana ma che ieri in piazza proprio non si è vista. Ma non tutto è perduto visto che, forse anche per la spinta dei No Tav, si dice che le circoscrizioni di Povo, Villazzano e Argentario stiano programmando un momento informativo pubblico specifico dedicato proprio alla Circonvallazione ferroviaria di Trento. Meglio tardi che mai e nel frattempo ci «godiamo» a Povo una «piccola Valle Susa» con una mobilitazione senza precedenti di forze dell’ordine che da una settimana hanno, incomprensibilmente, bloccato di fatto il transito in via dei Valoni, accesso principale di collegamento pedonale di Povo con la città.


COSA STANNO FACENDO

Si studia il terreno. Per completare la progettazione preliminare della circonvallazione ferroviaria sono necessari carotaggi. I tecnici sono saliti in collina e nelle scorse ore è stato aperto a Povo il cantiere per le indagini geologiche dell’ammasso roccioso. Le operazioni avrebbero dovuto essere ?blindate? per evitare manifestazioni e possibili azioni di disturbo da parte di chi contesta il mega progetto, ma la presenza costante dei carabinieri nella zona non è passata inosservata. Solo i residenti coinvolti nell’operazione sono stati raggiunti da un avviso del sindaco Franco Ianeselli, con la descrizione degli interventi programmati, la tempistica e i riferimenti per acquisire informazioni e segnalare eventuali problematiche. Ma a fronte del passaparola e per evitare interpretazioni fantasiose, la scorsa settimana (a trivelle già installate) Provincia e Comune hanno presentato ufficialmente l’intervento.

«A Povo è in corso di esecuzione il secondo sondaggio profondo, finalizzato a studiare lo stato delle formazioni rocciose sotterranee per verificare le previsioni progettuali, individuare eventuali presenze di strutture geologiche fragili o la presenza di acque sotterranee diverse da quelle ipotizzate - viene spiegato in una nota - La società di ingegneria Italferr spa, su incarico di Rfi spa, sta ultimando il progetto di fattibilità tecnico-economica della circonvallazione di Trento, come concordato nei protocolli d’intesa sottoscritti con la Provincia autonoma di Trento e il Comune di Trento.

La circonvallazione sarà dedicata alla linea merci e bypasserà la città di Trento con una galleria di circa 12 chilometri».  Le prime ipotesi progettuali risalgono al 2003 e da allora il tracciato proposto ha subito diverse modifiche, in particolare la localizzazione da destra Adige a sinistra Adige, con l’inserimento di una stazione internazionale all’ex scalo Filzi, successivamente stralciata, e un collegamento verso nord in galleria a est dell’abitato di Lavis, anch’esso stralciato. A partire dal 2014, d’intesa con la provincia di Trento e con l’accordo dell’allora Commissario Straordinario di Governo, è stata avviata una rivisitazione ed aggiornamento tecnico normativo del progetto preliminare (cosiddetta “project review”). Con il Protocollo di Intesa tra Comune di Trento, Provincia autonoma di Trento e RFI S.p.A., sottoscritto ad aprile 2018, è stata avviata un’analisi che considera la Circonvallazione di Trento come parte integrante dei progetti di riqualificazione urbana e potenziamento della mobilità all’interno della città di Trento. L’atto aggiuntivo al Protocollo sottoscritto dai medesimi firmatari a novembre 2019 ha dato concreto input al lavoro di Project Review del progetto preliminare della circonvallazione di Trento, inclusa la stazione provvisoria e le fasi di attivazione.

Il progetto è inserito tra le opere ferroviarie strategiche nazionali nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Recovery Plan). «L’opera ha una valenza strategica sia per il corridoio europeo sia per il capoluogo, nel più ampio progetto di recupero dell’areale ferroviario con l’interramento della linea storica e il rafforzamento del collegamento nord-sud» spiega la Provincia, che ha lanciato un sito internet (corridoiodelbrennero.provincia.tn.it) per approfondire l’argomento con aggiornamenti sull’avanzamento dei lavori: sono disponibili informazioni sulla valenza europea del progetto, sulle caratteristiche del Corridoio del Brennero in termini di flussi di traffico, incidenza del trasporto merci su gomma rispetto al trasporto su rotaia, impatti ambientali, sociali ed economici.

Progetto a parte, non poteva non allarmare i residenti la presenza di forze dell’ordine: un posto di blocco "blindato" su via dei Valoni, all’altezza di Villa Gherta; lo hanno scoperto con la lettera del Comune ai residenti in zona, in cui viene spiegato che i sondaggi nel sottosuolo del parco di Villa Gherta avranno «durata presumibile di un mese e mezzo, massimo 2 mesi e un cantiere che sarà in funzione dalle 6 alle 22». 

Il maggior timore (e non solo dei No Tav) è che il tunnel possa in qualche modo impattare nelle falde acquifere particolarmente ricche soprattutto nella zona di Mesiano - Ponte Alto, dove sono presenti anche alcuni pozzi dell’acquedotto che rifornisce la città e i sobborghi con condotte in roccia che portano l’acqua fino alle vasche di accumulo delle Laste e di via Venezia.

comments powered by Disqus