Fugatti: la fascia arancione è una beffa, ma questi sono i parametri e vanno rispettati. Si cambia da lunedì per due settimane

di Zenone Sovilla

«Una beffa e una delusione per il Trentino, ma il metodo funziona così e va rispettato senza fare polemica». Così poco fa, in conferenza stampa, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha commentato l'annunciato passaggio del territorio in zona arancione. Il ministro della salute, Roberto Speranza, questa sera ha firmato le ordinanze che portano in arancione, oltre al Trentino, le regioni Abruzzo, Liguria e Toscana.

«All'origine della riclassificazione - ha spiegato - c'è il forte aumento dell'indice di trasmissibilità Rt, ora a 1.2, che è un valore centrale nella definizione dei parametri per classificare le zone».

Dunque, niente ordinanze per forzare la mano, salvo una disposizione provinciale per garantire ai trentini che il cambio scatterà lunedì, non domenica (come prevede l'ordinanza del ministro), e resterà in vigore due settimane, come previsto dalle norme nazionali.

In pochi giorni impennata dell'indice Rt

Solo una settimana fa il Trentino registrava l'Rt più basso d'Italia (0.61), il che sta a indicare una rimarchevole accelerazione dei contagi negli ultimi giorni, come ha sottolineato sia ieri sia oggi il direttore generale dell'Apss, Pier Paolo Benetollo, che non ha escluso fra le cause di questa inversione di tendenza siano l'estendersi anche qui della cosiddetta "variante inglese" (più contagiosa ma non più grave clinicamente), il fattore scuola (nelle classi si registra una crescita costante) e la vicinanza e una certa osmosi (per gli spostamenti comunque permessi) con la zona rossa altoatesina.

Da qui l'invito a rispettare con rigore i gesti barriera, le semplici regole per non contagiarsi: indossare mascherine di qualità, mantenere le distenza dalle altre persone, lavarsi frequentemente le mani. «Le varianti attuali sono più contagiose, ma mica il virus buca le mascherine o salta più di prima con le goccioline da naso e bocca, quindi con le misure di pre venzione si può evitare di infettare e di infettarsi».

La delusione di impiantisti e ristoratori

Fugatti ha posto l'accento anche sulla mortificazione che questo declassamento rappresenta per chi ha lavorato mesi al fine di garantire la riapertura delle piste da sci: il via previsto il 17 febbraio (per sicurezza dopo Carnevale) è rimandato, ammesso a questo punto che possa esserci, visto che come minimo per tornare in giallo bisognerà attendere inizio marzo.

Il presidente, più in generale, ha espresso solidarietà agli operatori economici ora nuovamente penalizzati dalle chiusure (a cominciare da bar e ristoranti): «Mi vengono i brividi a pensare alle categorie che saranno di nuovo bloccate».

Tanto impegno sul protocollo di sicurezza per lo sci

Un pensiero particolare è stato rivolto al mondo dello sci e del turismo invernale: «Pssiamo dire che il protocollo di sicurezza avviato a livello nazionale ha tanto del lavoro dei tecnici della Provincia. C'era tanta attesa, tanta speranza e questa è una delle cose che ti toccano e provoca dispiacere. Chiediamo che i ristori possano valere per tutte le categorie che vengono toccate da questa decisione. Noi saremmo partiti per senso di responsabilità da mercoledì 17, per evitare i giorni del carnevale, e questo è un altro motivo di delusione perché il mondo del turismo si aspettava questo momento e si stava organizzando per arrivare a questo».

In ospedale molto peggio mesi fa

Guardando in retrospettiva, Fugatti ha anche cercato di spiegare come mai il Trentino diventa aranciano in una fase che vede il quadro ospedaliero più tranquillo rispetto a qualche settimana fa: «Abbiamo avuto periodi molto più pesanti, sia per quantità di contagi sia per situazione negli ospedali. Eppure siamo rimasti in zona gialla.

Oggi le ospedalizzazioni ordinarie per covid sono al 27% del totale (quindi sotto la soglia del 40), ma udue-tre di mesi fa eravamo oltre il 60%, mentre le terapie intensive toccano oggi ora il 32%, appena oltre il limite di guardia, ma anche qui in passato abbiamo tottaco il 55%. Evidentemente in quel periodo altri indicatori sulla dinamica dell'epidemia, specie l'Rt, ci avevano permesso di restare in fascia gialla».

Le anticipazioni sul cambio circolano dal primo pomeriggio e Fugatti ha condiviso alcune reazioni ricevute: «I cittadini condividono un sentimendo di delusione e sconforto, non si comprende come mai siamo riusciti a condurre la nave quando c'era la tempesta e ora, in acqua meno agitate, andiamo per la prima volta in zona arancione. C'è da rispondere soltanto che la classificazione funziona così.

I dati attuali richiedono la massima attenzione

L'Rt si calcola con un algoritmo. Per capire ho sentito sia ieri sia oggi il ministro Speranza e ci sono state interlocuzioni al masismo livello anche fra i nostri esperti e quelli del ministero. Quindi, niente polemiche, né ordinanze in contraddizione, come qualcuno mi chiede di fare. Procediamo con rispetto istituzionale, malgrado io stesso mi senta il primo a essere beffato da questa situazione. E dunque capisco che fra i cittadini circolino sentimenti di delusione e l'idea di una beffa si percepisce. Ma questi sono i parametri e vanno rispettati».

Il numero uno di piazza Dante ha peraltro evidenziato che i dati epidemici attuali non sono tranquillizzanti: «Oggi 219 contagi e 15 nuovi ricoveri, ieri le ospedalizzaizoni del giorno erano 26: si tratta di campanelli di allarme da tenere presenti. Non siamo nella rtempesta di un paio di mesi fa ma nemmeno nel sereno.
Monitoriamo dunque lo scenario con grande attenzione e invitiamo tutti a fare la loro parte nella prevenzione».

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