In Trentino c'è la "variante" del virus? Ancora non lo sappiamo, l'Azienda Sanitaria spera "in un 20% dei casi"

Un indizio: il forte aumento di positivi fra i bambini piccoli

TRENTO - Venerdì il dottor Antonio Ferro, dell’Azienda Sanitaria, aveva ammesso che «la crescita dei contagi, specialmente in ambito scolastico dove è quadruplicata, è verosimilmente legata alla circolazione delle nuove “varianti” del virus». Ma quanti casi di “variante” ci sono in Trentino? Non lo sappiamo ancora.

Ieri, in conferenza stampa, il dottor Ruscitti ha spiegato che «immaginiamo che il contagio dalle cosiddette varianti sia in Trentino auspicabilmente intorno al 20%, e non al 40% come sta succedendo in altre regioni italiane, più a sud».

Ha poi spiegato perché non ne sappiamo ancora niente e non ci sono dati certi: «Siamo in costante contatto con l’Istituto Zooprofillatico delle Tre Venezie, dove sono stati inviati dei campioni per le analisi». I cui risultati arriveranno nei primi giorni della settimana prossima (ma questo non l’ha detto Ruscitti, ma Ferro il giorno prima).

Ruscitti ha confermato poi quello che aveva già detto Ferro: «Vediamo un forte aumento delle positività nelle fasce di età dai 0 ai 6 anni, e dai 6 ai 12 anni, mentre per le altre fasce di età della popolazione giovanile, il contagio è minore, e comunque gestibile».

Si conferma quindi, dalle due dichiarazioni delle ultime 24 ore, che il peggioramento della situazione trentina viene dalle scuole di infanzia, nidi ed elementari. E che sono i bambini a portare il contagio in famiglia: lo conferma il dato di ieri, con un significativo aumento dei tamponi positivi nei più piccoli. Nelle ultime 24 ore si rilevano 66 nuovi positivi al molecolare ed altri 183 all’antigenico. E fra questi i nuovi casi fra bambini e ragazzi in età scolare sono molti: 39 (le classi in quarantena sono 37). Di questi sono ben 10 quelli che hanno meno di 2 anni (3 invece i bambini fra 3 e 5 anni).

Le certezze fra pochi giorni. «I primi risultati su venti campioni già inviati all’istituto zooprofilattico delle Venezie dovrebbero arrivare i primi giorni della prossima settimana - aveva detto il direttore sanitario Antonio Ferro - Campioni in parte provenienti da alcuni focolai e altri pescati a random». In questo ultimo periodo la sorveglianza di tutta Italia è cambiata per capire il tipo di virus in circolazione. «Il 19 febbraio l’istituto zooprofilattico effettuerà un prescreening su 80 campioni trentini e fornirà un primo risultato in 72 ore. Poi anche noi abbiamo acquistato il materiale necessario e entro fine mese potremo utilizzare questi test utili soprattutto per la sorveglianza nelle scuole o dove si presentano dei focolai».

Proprio venerdì l’istituto zooprofilattico delle Venezie ha diffuso il suo quarto report sulle caratteristiche genetiche di 98 campioni di Sars-CoV-2 identificati in Veneto. La variante inglese è stata identificata in 17 campioni mentre nessuno dei campioni analizzati appartiene alla variante sudafricana o brasiliana. Se a questo si aggiunge l’affermazioni di Silvio Brusaferro, presidente dell’istituto superiore di sanità che ha dichiarato che nell’arco di 5-6 settimane la variante inglese potrebbe sostituire completamente il ceppo attualmente circolante è facile intuire come la presenza di questa variante anche sul nostro territorio sia fortemente probabile.
«Le varianti rendono il virus più contagioso - ha detto venerdì in conferenza stampa il direttore generale Pier Paolo Benetollo - ma se le persone indossano le mascherine e le distanze di sicurezza, soprattutto nei luoghi chiusi, le varianti si superano».

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