Corte dei Conti, sotto la lente il mondo del porfido, l'Università e le "consulenze" provinciali

di Sergio Damiani

TRENTO - Nel 2020 la Corte dei conti non si è fermata. Anzi, il lavoro della giustizia contabile è aumentato perché, ora più che mai, è necessario fare buona guardia alle risorse pubbliche, preziose per attenuare i disastri economici della pandemia.

Negli ultimi quattro anni le citazioni sono quadruplicate e nel 2020 sono stati recuperati 942mila euro.

I fronti di indagine aperti - ha spiegato il procuratore regionale Marcovalerio Pozzato in occasione dell'inaugurazione del nuovo anno giudiziario - sono molti: società in house della Provincia e relativi "fiumi di denaro"; concessioni per le cave di porfido; concorsi all'Università; incarichi affidati all'esterno benché avrebbero potuto essere svolti da personale dell'amministrazione. Si tratta di illeciti circoscritti perché la diagnosi del procuratore, ma anche della presidente della Sezione giurisdizionale Grazia Bacchi, è positiva: nella relazione si parla di contesto territoriale trentino «caratterizzato in radice da principi di onestà ed efficacia».

Società in house.

Scrive il pm Pozzato: «...nel 2020 vanno registrati importanti giudizi aventi ad oggetto la causazione di danni a Società in house della Provincia autonoma (con particolare riferimento a "Trentino Network" e "Informatica Trentina", confluite in "Trentino Digitale"); in questo contesto (in cui va evidenziata sino a tempi recenti la presenza della società "Deloitte") proseguirà l'attenta verifica di come sia stato utilizzato il fiume di denaro riversato alle società appartenenti al "Sistema Provincia", atteso che, fra l'altro, a numerosi amministratori e dirigenti del comparto sono state applicate sanzioni penali».

E ancora: «Gli atti già acquisiti dimostrano che i giudizi attivati nel contesto delle società in house rappresentano solo un passo iniziale, atteso che si sono conclamati sistemi organizzati in modo da sottrarre indebitamente pubbliche risorse, sempre con la partecipazione dei medesimi soggetti, professionisti e pubblici dipendenti».Porfido.Il procuratore scrive che «specifiche indagini saranno indirizzate ad accertare il danno pubblico derivante dalla mala gestio dei rapporti degli amministratori comunali con i concessionari delle cave di porfido».

Università.

Continua l'interesse dei pm per l'Università di Trento dove vengono segnalate situazioni dannose «di grande rilievo, ancora in fase di scrutinio, sia per quanto concerne lo svolgimento di procedure concorsuali per le docenze universitarie (si sono già peraltro registrate sentenze con condanne di rilievo), che per quanto riguarda la conduzione degli appalti e l'affidamento di incarichi esterni».Incarichi esterni.

Tema su cui il pm Pozzato ha sempre spinto con il risultato che, dopo le prime condanne, le consulenze sono notevolmente diminuite con notevoli risparmi ma anche con beneficio per i dipendenti degli enti pubblici finalmente in grado di dimostrare le loro capacità.

Sul fronte legale le richieste di patrocinio avanzate dagli enti, soprattutto Comuni,all'Avvocatura dello Stato sono passate da 91 nel 2016 a 348 nel 2020. Nella relazione si fa cenno a ben otto citazioni relative a «plurimi affidamenti esterni di servizi di supporto tecnico-informatico, disposti da vari servizi provinciali, a favore di una società locale trentina (Clesius srl, ndr) , pur in presenza di società in house, esperta in materia informatica (ex Informatica Trentina, ndr), all'uopo costituita e finanziata dalla Provincia, mai interpellata per verificare l'assolvibilità degli incarichi a livello interno.

Il danno contestato ai soggetti che avevano esternalizzato gli incarichi si è sostanziato nel corrispettivo riconosciuto alla ditta privata, per i servizi a questa richiesti.Nepotismo.Tipico vizi italiano a cui parrebbe che il Trentino non sia immune. «Questa Procura ha scritto Pozzato - intende proseguire nella verifica degli affidamenti contrattuali diretti in linea con la specifica esigenza di tutelare le finanze pubbliche, nel rispetto dell'oculatezza della spesa e di sanzionare odiosi favoritismi, non di rado a vantaggio di parenti, amici e sodali dei vertici della medesima amministrazione interessata».

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