Facoltà di Medicina, autonomia da difendere

La lettera al direttore

Facoltà di Medicina, autonomia da difendere

Gentile direttore, ho letto il comunicato stampa sulla Facoltà di Medicina a Trento proposta dal Rettore Collini che intende coinvolgere alcune realtà sanitarie di alto livello, e questo è un fatto positivo.
Non conosco in dettaglio la proposta del Presidente Fugatti: comunque, non mi lascia tranquillo il futuro di una Facoltà trentina dipendente da un’unica Università (Padova).
Rimango perplesso: dove è finita in questa vicenda la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige Südtirol? Una Regione di oltre un milione di abitanti, unica (non considerando la Val d’Aosta) priva di Facoltà di Medicina. Sarebbe molto importante per la nostra Autonomia un legame tra le Università di Trento e di Bolzano per creare una Facoltà di Medicina in inglese o trilingue: la lingua inglese è la lingua del mondo scientifico e del sapere medico.
Questa idea era stata proposta da Armet (Associazione Ricerca Medica Trentina) in passato (2010) e se fosse stata realizzata, a quest’ora avremmo già i medici formati. Il dottor Amichetti aveva compiuto un sopralluogo a Salisburgo, per conto della Provincia di Trento, dove esiste una piccola ma molto qualificata Facoltà di Medicina in inglese che copre un bacino d’utenza pari a quello della nostra Regione.
È fondamentale per attrarre studenti, medici, ma soprattutto perché rimangano in sede, sviluppare la ricerca clinica attualmente poco legata alle eccellenze della ricerca biomedica trentina quali Cibio, Fbk, Fem, Cimec, Tifpa, ecc., che per altro, possono fornire una base molto qualificata per i primi anni della facoltà.
Per le cliniche è evidente che le nomine delle prossime figure apicali (primari) dovrebbero essere fatte in modo di assicurarsi professionisti di alto livello. Tutto ciò è possibile, ma temo non verrà realizzato: quello che non vorrei è che la Facoltà di medicina di Trento diventi un parcheggio per i docenti meno capaci e quindi inviati in periferia dall’università.
Un po’ di orgoglio, un po’ di affetto per la nostra Autonomia, che ci ha assicurato quel benessere (vedi statistiche nazionali) che rischiamo di perdere. Questo mi aspetterei dai nostri rappresentanti istituzionali.

Mario Cristofolini - Medico trentino


 

Qualcuno deve fare un passo indietro

Serve proprio un po’ d’orgoglio. Ma serve, soprattutto, lucidità. E serve anche autonomia, intesa in questo caso come capacità d’azione appunto autonoma e soprattutto come originalità: possiamo infatti davvero fare qualcosa di diverso, da queste parti, per attrarre da subito e specializzare ad esempio medici già laureati, per immaginare percorsi innovativi che possano - ripeto: da subito - dare risposte concrete ad esigenze immediate e, in prospettiva, diventare qualcosa di diverso e di unico. Per questo, nel mio articolo di ieri, mi sono permesso di parlare di scuola - termine che si presta a diverse declinazioni, anche immediate - ancor prima e ancor più che di facoltà. Per questo mi sono permesso di parlare d’Euregio (lei stesso cita l’importanza della connessione con Bolzano, che certo si potrebbe estendere ad Innsbruck).
Lei va oltre e giustamente teme che qualcuno faccia diventare questo progetto anche una specie di parcheggio dorato (anche per studenti?). Il rischio c’è. Per questo è importante non sbagliare, non trasformare in bega politica di basso livello un importante dibattito che deve coinvolgere tutti i soggetti capaci di dare respiro a queste idee. Non si dice sempre che Trento è un laboratorio? E facciamolo vedere, questo laboratorio. Facciamolo volare. Diventiamo ancora una volta un esempio da imitare e non una succursale di idee, politiche e impostazioni altrui. Questa terra può giocare fino in fondo la sua partita, come ha ben dimostrato un’Università che in pochi anni è arrivata ai vertici di tutte le classifiche italiane ed europee. Qualcuno deve però fare un passo indietro per consentire a tutto il territorio di andare avanti.

a.faustini@ladige.it

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