Alcuni libri obbligatori per non dimenticare

La lettera al direttore

Alcuni libri obbligatori per non dimenticare

Caro Direttore, pur non essendo un fan, ho apprezzato l'idea manifestata dal governatore del Veneto Luca Zaia nel giorno della Memoria e cioè di rendere obbligatoria nelle scuole la lettura del Diario di Anna Frank. Senza memoria non c'è futuro. Chi non tiene presente che nel corso della Seconda guerra mondiale sono morte da 56 a 70 milioni di persone (tra cui 20 milioni di russi, 7 milioni di tedeschi, 6 milioni di ebrei) non può veramente apprezzare il fondamentale ruolo di un'Europa unita che da 75 anni garantisce la pace per tutti i Paesi dell'antico continente. Vorrei, nel frattempo, integrare la proposta di Zaia, suggerendo per ogni anno scolastico un'opera diversa, dalla quale risulti un quadro completo o quasi delle tragedia immane che ha colpito l'umanità nella seconda guerra mondiale.

Inizierei con: «Se questo è un uomo» di Primo Levi, «L'amico ritrovato» di Fred Uhlman, «Un sacchetto di biglie» di Joseph Joffo, «Suite Francese» di Irène Nemirowsky, «Il Sergente della neve» di Mario Rigoni Stern, «La Tregua» di Primo Levi.

Renato Lochner


 

Un manifesto di parole

Sottoscrivo l'elenco e chiedo ad altri lettori - a cominciare dai tanti professori che ci leggono e che in più di ogni occasione sono intervenuti in questa pagina - di aggiungere altri titoli, creando una sorta di elenco ideale. Un manifesto di parole. Mi immagino la scuola come un grande palazzo in cui le finestre siano dei libri che si aprono, facendo entrare una luce ogni volta diversa. Fatta di frasi, di storia e di storie, di memoria e ricordi.

Idee come quella di portare certi testi in aula non sono di centro, di destra o di sinistra. Sono giuste o sbagliate. Felici o infelici. Buone o cattive. In questo caso, siamo palesemente di fronte a una buona idea, che di giorno in giorno si può riempire di nuovi spunti, di nuovi contenuti. Perché ci sarà sempre spazio, fra i banchi, per il vento della memoria, per l'aria della cultura, per la brezza del sapere.

Aggiungo che molti di questi libri sono diventati anche dei grandi film e la scuola deve sapersi aprire anche ai nuovi linguaggi, cercando nuove vie per arrivare al cuore, alla testa, al futuro.

a.faustini@ladige.it

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